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Intervistato a Inter Channel, Andrea Ranocchia ha parlato di questa stagione.
Queste le parole del capitano nerazzurro:
Buon Natale a tutti quanti.
-Hai cancellato quelle voci di mercato e quel periodo?
E' stato un periodo turbolento, non sapevo cosa mi avrebbe riservato il futuro. Mi attribuivano ogni giorno a una squadra diversa, ero in Turchia a gennaio scorso praticamente. Poi sono rimasto qui per fortuna. Doveva andare così e sono contento. Sono stati mesi difficili, ma mi sono sempre allenato come ho sempre fatto, sono rientrato e non sono più uscito.
-Mancini lo hai trovato qui alla fine...
Gli ho detto che è andata meglio così, tutti contenti (ride, ndr).
-Come analizziamo i primi mesi?
Era importante arrivare in Europa a giocarsi una coppa. Venivamo da un anno in cui eravamo noni, l'Inter nnon poteva stare fuori da competizioni europee. Abbiamo comunque centrato un obiettivo in un periodo di tanti cambiamenti.
-Fine di un ciclo. Cosa si impara da giocatori così?
In allenamento ci tenevano sempre, si impegnavano tantissimo e in gara si vedeva che era un livello mentale superiore, la loro mentalità era vincente, dovuta a tutti i successi che hanno avuto. Quando sono arrivato ho visto che c'era convinzione in ognuno di loro e mi avrebbe fatto tanto piacere averla. Professionisti incredibili, dopo infortuni importanti tornati a livelli alti. Mi è rimasta impressa la loro mentalità vincente: volevano sempre vincere tutto, nello spogliatoio, un gioco, sempre.
-Come hai vissuto il momento prima della tua nomina?
Con tranquillità, era estate, ero impegnato purtroppo in parte con la Nazionale, avevo la testa altrove, ma ero in contatto con la società e con il mister. Aspettavo i programmi della società.
-Come cambia la vita e come è raccogliere l'eredità di Zanetti?
Non è facile, vieni paragonato a una persona che dal punto di vista tutti è imparagonabile, per presenze, qualità, vittorie. Forse lui e Maldini sono gli esempi, Totti, Del Piero. E' difficile, ma sono contento che la società abbia puntato su di me da quel punto di vista. Io do il mio contributo come sempre, anche da questo ruolo. Provo a dare comunque una mia impronta, sta andando bene, anche se le responsabilità aumentano. Questo ruolo mi rende comunque orgoglioso e mi piace. C'è qualche impegno extracalcistico in più perché rappresento la società. L'impegno più grande è il rapporto all'interno della società, mi cercano in molti per consigli, decisioni.
-Cosa dici ai ragazzi del settore giovanile?
Sono qui da quattro anni, tra pochi giorni inizio il quinto. ho avuto la fortuna di giocare con i campioni del Triplete, ho visto come si allenavano, com'erano fuori dal campo. E provo a trasmettere a loro quello che loro hanno trasmesso a me.
-Come si comportavano con te i capitani quando eri giovane?
Il mio primo capitano era Mirko Conte, ancora oggi sento spesso e viene a vedere le partite. Lui era duro, non era facile con lui, aveva tanta esperienza ed era abbastamza duro con me, ma devo ringraziarlo, perché mi sono servite. Io non sono duro, ma dico le cose in maniera decisa.
-Più rapporti col mister?
Sì sì, ma lui conosce bene l'ambiente, è abbastanza esperto e ha vinto tanto.
-Cambio di allenatore: fallimento di tutti? Come viene vissuto questo momento?
Sì. Nella mia carriera ne ho cambiati tanti a stagione in corso. E' un momento complicato, sei un po' confuso, cambiano le certezze che avevi il giorno prima, il giorno dopo devi pensare a tutti i cambiamenti. Ci vuole un po' di adattamento. Il calcio è così. Noi ci stiamo adattando bene.
-Tuoi gol?
Il calcio è così, speriamo di farne altri. Se la squadra è organizzata e corrono tutti il modulo è indifferente.
-Presenze?
Zanetti è lontano, inarrivabile. Mi auguro di alzare tanti trofei da qui alla fine della mia carriera.
-Terzo posto?
Vogliamo assolutamente arrivarci, soprattutto vogliamo cercare di ringraziare sul campo i nostri tifosi ogni volta che entriamo in campo, obiettivo primario.
-2015?
Mi auguro possa essere un anno di vittoria di un trofeo importante.
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