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"L’equivoco è finito, le chiacchiere se le porta via il vento e da oggi è un nuovo giorno, in cui finalmente tutto è chiaro". Così apre il suo pezzo su La Repubblica il giornalista Andrea Sorrentino. Ancora una volta il soggetto interessato è Wesley Sneijder, gioie e dolori di un'Inter che ha fatto intendere di volerlo mettere alle strette dopo due stagioni in cui il folletto olandese ha passato più tempo tra tattoo, privè e cene hollywoodiane che nel rettangolo da gioco.
"L’Inter non ha più intenzione di avvalersi degli incerti servigi di Wesley Sneijder e ieri l’ha reso noto al mondo, dopo mesi di rancori sotto traccia. All’olandese, le cui scadenti prestazioni sono sotto gli occhi di tutti almeno da fine 2010 ma il cui cospicuo stipendio (6,5 milioni netti all’anno, che per l’Inter sono 13 al lordo) pesa assai sul bilancio, il club dedica un trattamento severo se non brutale, sulla falsa riga di quello riservato ai tre brasiliani la scorsa estate: in sostanza viene messo alla porta, perché gli dicono che o firma un nuovo contratto con un ingaggio ribassato di oltre il 30% (circa 4 milioni all’anno) oppure vedrà il campo col binocolo, nonostante l’attuale accordo scada nel 2015.
È un rovesciamento dei rapporti di forza, è una piccola rivoluzione che l’Inter sta portando avanti, perché ora sono i club che passano all’attacco per non subire la schiavitù dei contratti-capestro. L’Inter prende atto che il rendimento di alcuni suoi tesserati non è più all’altezza, e fa un discorsetto: caro calciatore, dato che il tuo rendimento è quello che è, enon ci sembra che potrà migliorare perché abbiamo capito che sei incorreggibile o a fine corsa, o accetti una drastica riduzione dell’ingaggio, oppure quella è la porta. Della panchina, della tribuna o di un nuovo club, dipende da te.
Sneijder è fuori squadra, è sul mercato, e chi lo vuole se lo prenda (l’Anzhi? il Manchester United, magari in uno scambio con Nani?). E se dovesse fare le bizze, Sneijder sa che il club è da tempo al corrente delle sue varie incontinenze e intemperanze, e con ampia facoltà di prova. Quindi è meglio chiudere qui. Meglio per tutti".
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