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Tra i meriti da ascrivere al tecnico nerazzurro Stramaccioni, c'è sicuramente anche quello di saper cambiare faccia alla squadra, mantenendola competitiva ai massimi livelli. Repubblica disegna un encomio al trasformismo "alleniano" dell'Inter: «È una e centomila. È un camaleonte, è Leonard Zelig. È sempre l’Inter, per carità, micidiale e cattiva anchecol fango a metà caviglia e questa pioggia ghiacciata che non lascia speranze, anzi forse è il clima più adatto per eccitare il satanasso che è in loro. Di davvero immutabile, di partita in partita, c’è lo spirito, ovvero il ghigno supponente di questi demoniacci dalla faccia sporca, che tanto cominciano a somigliare al loro allenatore e intanto scalano la classifica, lasciando indietro con noncuranza un avversario dopo l’altro in attesa della prova suprema, sabato a Torino. Per il resto è un’Inter che cambia ogni volta, inafferrabile e indecifrabile, sempre diversa e mutevole, ogni volta adattandosi al nemico, un’aggiustatina qui e un’altra là, ora un modulo e la volta successiva chissà, ora tre attaccanti, ora due col trequartista, la prossima magari uno, il mistero è chiuso in Stramaccioni, il signor Zelig della nostra storia».
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