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L'Inter apre il 2012 con cinque gol al Parma per il quinto successo consecutivo in campionato.Gara archiviata già nel primo tempo, chiuso sul 3-0 in virtù delle marcature di Milito, tornato alla grande con una doppietta e un assist vincente e da Thiago Motta. Nella ripresa c'è stata gloria anche per Pazzini e per il giovane Marco Davide Faraoni, al suo primo centro in Serie A.Non c'è che dire: un 5-0 è il miglior viatico possibile in vista del derby di domenica prossima, al quale l'Inter arriva col morale alto, se non ancora al top della condizione. In classifica, oltre al consolidamento del quinto posto, adesso nel mirino c'è la Lazio.Le cose migliori le ha fatte comunque Milito che, con tre gol nelle ultime due uscite, si è finalmente mosso come ai vecchi tempi. La zampata del primo gol in avvio su assist di Alvarez, un altro apparso finalmente in crescita di tecnica e di personalità, è tipica del suo repertorio. E, tutto sommato, anche la cerniera di centrocampo formata da Thiago Motta e da Cambiasso, si è riproposta con una certa affidabilità. Chiaro che ritrovarsi sul 2-0 dopo nemmeno venti minuti grazie alla staffilata da fuori area di Thiago Motta e sul 3-0 all'intervallo dopo l'incornata vincente di Milito su assist di Maicon in chiusura di tempo, ha facilitato enormemente le cose. Ma ricordatevi sempre da dove si veniva e come si era parta la stagione: difficile dimenticarsi dell"1-3 di Novara e di tante altre partite giocate in riserva fisica e mentale.Qualche brivido l'Inter lo ha corso, dall'unico del Parma in palla, ossia Giovinco, ma qui nessuno è perfetto. Intanto Milito è stato importante anche come uomo assist, quando dopo poco più di dieci minuti di ripresa, ha imbeccato Pazzini, in posizione dubbia, per l'azione più bella e per il gol del 4-0. E dopo aver sorriso per una clamorosa autorete di Zanetti, evitata dalla posizione di fuorigioco di Gobbi segnalata all'arbitro Giannoccaro, tutti ad abbracciare il giovane Faraoni, subentrato a Milito, per la sua prima volta nel tabellino marcatori con un potente destro dal limite dell'area. Nel mucchio selvaggio attorno al giovane goleador nerazzurro si è fatto inutilmente notare Maicon per la bestemmia più stupida della storia del calcio, scoperta solo dalle telecamere. L'estroso brasiliano, quasi per punizione divina, ha poi chiuso con un fastidio all'adduttore che verrà accertato lunedì. Meglio sorvolare, perché comportamenti tanto stupidi non meritano ulteriori commenti. Non venitemi però a dire che ce l'ho sempre con Maicon: il vero campione, prima che dai piedi, comincia sempre dalla testa. Adesso sotto col derby e magari col mercato, perché continuo a pensare che in società non siano poi così convinti sull'ineluttabilità di certi interventi e li vogliano davvero subordinare alla condotta della squadra nelle prossime partite. Se un derby giocato ad alto livello e una vittoria nella successiva casalinga con la Lazio diventassero l'alibi per far poco o nulla in sede di campagna-acquisti, sarebbe assai poco strategico. Non vedo l'ora di dirvi che mi sto sbagliando.
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