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«Oggi Rovigo poteva andare a Prato e fare un dispetto al Petrarca Padova, i nostri rivali storici, con i quali abbiamo combattuto mille battaglie sportive. Invece siamo andati in campo per dimostrare che il rugby è ancora uno sport con dei valori, e abbiamo fatto ciò che dovevamo: vincere». Andrea Scanavacca, ex azzurro (rimane nella memoria una sua meta ad Edimburgo, quando l'Italia vinse a Murrayfield) ed attuale d.s. del Femi Cz Rovigo, sottolinea quanto ha fatto oggi la sua squadra: già certo di andare ai playoff, oggi Rovigo perdendo con Prato avrebbe dato la qualificazione alla squadra toscana invece che al Petrarca, «invece abbiamo fatto il nostro dovere (vincendo per 42-32 n.d.r.), in nome dello sport vero, e adesso a Padova ci rispetteranno ancora di più». «Vorrei quindi far notare all'allenatore della Roma calcio Claudio Ranieri - dice ancora Scanavacca -, persona che stimo tantissimo, che lo sport vero ancora esiste, e noi oggi lo abbiamo dimostrato. Oggi lo sport ha vinto, noi siamo diversi, e non come il calcio di cui ha parlato Ranieri». Che paragoni si possono fare con il comportamento di Rovigo e la partita di calcio Lazio-Inter di domenica scorsa? «L'ho vista anch'io, in televisione - risponde il d.s. di Rovigo - ma quello non era sport. Chi lo pratica deve avere sempre rispetto di chi va allo stadio, dei dirigenti e di tutti gli appassionati. I principi base della vita non devono venire a mancare sul campo». «Il vero rispetto - dice ancora Scanavacca - devi meritartelo, e questo concetto implica il fatto che se una squadra merita 30 punti di scarto tu devi darglieli, altro che fermarsi. Per questo non capirò mai la mentalità del calcio, secondo cui il Catania odia la Roma perchè una volta gli ha fatto sette gol. Noi abbiamo idee diverse, e in campo cerchiamo sempre di fare il massimo: la cosa più bella dello sport è questa, altrimenti che gusto ci sarebbe a praticarlo?».(
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