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E' a capo del CdA del Bayern Monaco e dal "suo ufficio al secondo piano della sede di Saebener Strasse" Karl Heinz Rummenigge ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera in edicola oggi. Ed ecco cosa ha detto:
CONTANO I RISULTATI - "Credo abbia ragione Moratti: la forza trainante di una società è la squadra. I risultati sportivi sono l'essenza di un club. Quando abbiamo rinunciato a cedere Ribery, un anno dopo rispetto al suo arrivo rifiutando un'offerta che avrebbe accettato qualsiasi club europeo, abbiamo svoltato. Se la squadra gira, se vince, se gioca bene, tutto diventa più semplice: i tifosi vengono allo stadio, i giocatori sono felici di giocare per noi e gli sponsor ti sostengono. Fondamentale per questo è l'allenatore che trasforma la classe dei singoli giocatori in forza di un gruppo".
GUARDIOLA -"Merito di Branchini. Pep era fermo da un anno, sapevamo della sua simpatia per il Bayern e ci siamo mossi per prenderlo: il suo merito più grande è quello di mettere il gioco al centro di tutto".
L'ESPERIENZA ALL'INTER - "Si sentiva che il calcio era qualcosa di importantissimo. Io avevo richieste da mezza Europa, da Barcellona e Real, ma ho scelto l’Italia e l’Inter e non mi sono mai pentito. Anzi. Sono stati tre anni magnifici per me e per tutta la mia famiglia, anche se purtroppo non abbiamo vinto, perché ci è mancata anche un po’ di fortuna, compreso l’infortunio al tendine del 1° febbraio 1987, a Brescia, la mia ultima partita con l’Inter. Mi hanno accolto alla grande, mi sentivo a casa dopo un mese. Il Meazza era sempre pieno e il campionato italiano era molto competivo. E' passato tanto tempo, questo non mi spaventa anche se ora sono nonno: ho una vita bellissima. Ho capito che i tifosi dell’Inter mi volevano veramente bene quando sono tornato per un’amichevole, Inter-Urss a Monza, febbraio 1989. Pellegrini voleva riportarmi all'Inter con Matthaeus e Brehme. Invece poi è arrivato Klinsmann".
BEI RICORDI - "Domenica, mentre vedevo Juve-Samp, mi è tornato in mente il gol segnato alla Sampdoria il 23 dicembre 1984. Vierchowod era un difensore fortissimo, ma alla fine ero riuscito a segnare. Ne è passato di tempo".
MILANO DI OGGI - "Con un po’ di pazienza Inter e Milan torneranno in alto. In passato guardavo i due club con un po’ di invidia, per la loro storia, ma anche perché vincevano molto, compresa la Champions 2010, nella finale dell’Inter contro di noi. Ora si tratta di ricostruire, servono calma e idee chiare".
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