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Mario Sconcerti nella sua rubrica "lo sconcerto quotidiano" parla ancora una volta di Calciopoli e dello scudetto 2006.
"Lo scudetto resta all’Inter, la storia dal punto di vista calcistico è definitivamente chiusa. Personalmente come fine non mi soddisfa. Non entro nel merito. Quello abbiamo visto che è impossibile da gestire, ognuno resterà sempre della propria idea.Ma i dirigenti di un’azienda con oltre trenta milioni di clienti non possono permettersi di lasciare agli avvocati le loro decisioni. Gli avvocati danno pareri, i dirigenti hanno poi il dovere di assumersi la responsabilità di decidere, anche se è un rischio, qualunque decisione sia.La decisione rappresenta proprio questo, personalizzare un regola, andarle dentro e oltre, farsene carico." Queste le prime parole del giornalista, che si ritiene non soddisfatto della decisione presa ieri riguardo lo scudetto del 2006, ora ufficialmente non revocabile.Continua, sostenendo che "non esiste più un governo del calcio, ma solo una gestione aritmetica. Dire che i pareri legali consigliavano di agire così significa affidare la più grande decisione del calcio ai codici, non agli uomini. Ne viene fuori qualcosa di freddo, di indistinto, di amaro, soprattutto di inutile".
Conclude augurandosi che questa storia sia definitivamente finita: "l’unica speranza è che ora sia finita e si riparta da zero sperabilmente tutti insieme".
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