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Dejan Stankovic, club manager dell'Inter, è l'ospite stasera di Inter Nos, programma di Inter Channel che ha come protagonisti i tifosi, che hanno rivolto le domande più disparate all'ex campione nerazzurro.: "Ho avuto la possibilità di fare una carriera con tante vittorie in un club importante come l'Inter. È bello, il massimo per un calciatore - esordisce Deki -. Adesso la mia vita e la mia giornata sono molto diverse da prima, ma continuare a lavorare qui è una grandissima opportunità. Una fortuna impagabile, collaboro con persone che conosco da più di dieci anni. Mi sento a casa e anche con Pupi (Zanetti, ndr) ci siamo ritrovati, è stato un po' come tornare indietro di qualche anno. Mi auguro di rimanere qui per sempre".
Spazio anche alla Nazionale: "Sono molto fiero di quello che ho fatto con la Serbia, amo le mie origini e ho sempre onorato la maglia del mio paese. Se non fosse stato per infortuni e squalifiche avrei fatto anche più presenze. I gol da centrocampo? Sono gesti istintivi, sapevo di avere un tiro forte e di poter arrivare in porta anche da quella distanza. Ne ho fatti due con l'Inter, uno con la Nazionale e ho preso anche due o tre volte la traversa".
Sul presente: "Mi piace il gruppo che si è creato e con il lavoro di Mancini stiamo facendo un campionato importante. Nessuno si aspettava potessimo essere così in alto in classifica, abbiamo commesso qualche errore ma siamo una squadra giovane con tantissima qualità e voglia di vincere. Ljajic? Ha fatto un bel salto di qualità. Gli ho detto che sarebbe dovuto essere il suo anno e lui, partita dopo partita, si è messo a disposizione del gruppo. Gli faccio i miei complimenti perché nelle ultime partite sta dimostrando di essere un grandissimo talento. Perisic? Lo stiamo aspettando. Si è inserito benissimo ma ha grandi margini di miglioramento. Brozovic? Vedendolo dal vivo tutti i giorni ho capito che è un giocatore davvero importante".
E ancora tante altre curiosità: "La vittoria più sentita? La Champions League a Madrid, in quell'occasione mi è stato restituito tutto quello che avevo dato al calcio. Il gol più importante? Per la mia carriera forse i primi con la Stella Rossa, perché mi hanno permesso di emergere e mi hanno cambiato la carriera. Tra i più belli ovviamente ci sono le reti nei derby, sia a Roma che a Milano. La stagione più bella? L'ultima con la Stella Rossa, la seconda con Mancini e la prima di Mourinho. Sono quelle in cui mi sono sentito meglio dal punto di vista personale. Gli ex compagni con cui mi sento ancora? Soprattutto Materazzi, Chivu, Sneijder e Pandev. Ma anche Julio Cesar, Maicon, Samuel, Milito, Cambiasso... è bello rivedersi ogni tanto. Eravamo un gruppo molto forte e molto unito".
Infine, sull'ultima da nerazzurro: "Sei triste e felice allo stesso tempo, emotivamente è una bomba. Tra striscioni e filmati ero sotto shock. A casa ho dovuto rivedere tutto perché non mi ricordavo nulla di quello che era successo (sorride, ndr). L'amore dei tifosi? Mi rende orgoglioso, significa che ho lasciato qualcosa".
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