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Un capitano viene fuori nei momenti difficili. E Dejan Stankovic ha all'Inter un esempio chiamato Javier Zanetti. Se lo ricorda quando comincia a pensare di essere troppo vecchio per il Mondiale in Brasile. "Allora il capitano dell'Inter non le ha insegnato nulla?", gli dice Nicola Cecere, inviato della Gazzetta dello Sport. Dejan ci pensa su e sorride: "Se penso a lui allora posso dire che ho ancora un cinque per cento per giocarmi il mondiale brasiliano, non di più". Nell'intervista pubblicata stamattina dal giornale di via Solferino c'è un batti e ribatti con l'amico juventino Krasic. "Per essere come Nedved - dice il centrocampista nerazzurro - Milos dovrà andare all'attacco anche centralmente. Pvel era imprevedibile proprio perché non qaveva un campo di azione ristretto. Krasic oggi ha bisogno di seguire una linea laterale, ma migliorerà, ce la metterà tutta, ne sono certo". Ieri sera la sua Serbia ha preso tre gol dall'Estonia. Tre pugni in faccia che hanno mandato ko i giocatori biancorossi. "Ho parlato con i miei compagni da capitano - confessa Stank - e gli ho detto che adesso sarà ancora più bello indossare questa maglia, è nei momenti difficili che deve venir fuori l'orgoglio serbo". In campo il centrocampista dell'Inter c'ha messo tanta attenzione, era a rischio diffida. "Non Ci tenevo a giocare a Marassi contro l'Italia, nella prossima partita. Questo è un poò il mio girone: sono nato serbo, gioco in Italia e ho una moglie slovena". Senza contare il derby con Pirlo: "Siamo coetanei - conclude Dejan - il raggio d'azione è quello e io ho intenzione di fare bene".
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