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Stankovic: “Mancio cambiato, c’è voglia di vincere. Slavi amici veri. Ljajic è…”

Dejan Stankovic è il protagonista della puntata odierna di Inter Nos. L’attuale First Team Club Manager ed ex centrocampista dell’Inter si racconterà ai microfoni di Inter Channel:  “Ora è molti diverso da prima. Quando sei...

Andrea Della Sala

Dejan Stankovic è il protagonista della puntata odierna di Inter Nos. L'attuale First Team Club Manager ed ex centrocampista dell'Inter si racconterà ai microfoni di Inter Channel: "Ora è molti diverso da prima. Quando sei giocatore è il massimo, fare una carriera nel club più importante del mondo è stupendo e non si può paragonare a quello che sto facendo adesso. Dormo di più, mangio di più e si vede; è bello lavorare in un grandissimo club. Mi sento a casa". "Quando va tutto liscio bisogna solo mantenere alta la concentrazione; quando invece veniamo a esempio da un pareggio come l'Atalanta è tempo di fare due chiacchiere coi ragazzi".Ora sei più raggiungibile per i tifosi, è cambiato qualcosa?"Tantissime cose. La vita di un calciatore è completamente diversa, sono molto più accessibile e disponibile. Quando ero cacliatore la società proteggeva, o la squadra lo faceva, ora invece mi piacere fare due chiacchiere coi tifosi. Ho capito che sono più forte in questo ruolo che in panchina. Poi mai dire mai, così però mi sento a mio agio. Con Zanetti mi trovo alla grande, quando ci vediamo quelle due battutine e quei due sorrisi ti riportano indietro. Dopo 20 anni ad altissimo livello con quella adrenalina e dopo un giorno ti trovi abbassato, non sei più a quei livelli".103 presenze in Nazionale. Partita che ricordi della Serbia?"Non dimenticherò mai da dove vengo. 103 presenze sempre onorate, ho fatto 3 mondiali , un europeo, ma potevo fare molto di più Eravamo sempre una grande squadra, ma storicamente non riusciamo a confermarci sul campo. Partita che ricordo? Abbiamo vinto 5-0 contro la Romania, ricordo contro la Bosnia, contro la Croazia partita con una tensione incredibile a Belgrado. Smpre grandissimo rispetto con gli altri giocatori della ex Jugoslavia. Mi ricordo con Boksic alla Lazio, gran rapporto; il calcio ci ha unito e abbiamo dimenticato le brutte cose". Tiri da centrocampo studiati?"Sapevo di avere un gran tiro e ci provavo. L'ho fatto qualche volta con l'Inter ma anche con la Serbia e ho preso anche qualche traversa. Con Amelia gli ho detto nel post partita di non sbagliare più il rinvio, abbiamo scherzato". 

All'Inter non serve uno come Sneijder?"Ci lega una grande amicizia. Oggi non c'è Wesley, ma il nostro gruppo mi piace. Abbiamo grandissime qualità e col lavoro di Mancini sta venendo fuori e stiamo facendo un grande campionato. Abbiamo fatto qualche errore, spesso abbiamo avuto fortuna ma anche sfortuna. La squadra è giovane, ma ha fame e ha voglia di vincere. Mancini modella la squadra coi giocatori che ha, lavora tantissimo e poi la domenica è bello perché nessuno sa chi va in campo. Tiene 23-24 giocatori sempre caldi. La difesa è messa bene, con Handanovic prendiamo pochi gol e con Miranda e Murillo siamo a posto, ricordano Lucio e Samuel". Ljajic è vero che è attaccato ai nostri colori? "Sì confermo, ha fatto un salto di qualità quando è tornato dalla Nazionale. A settembre ottobre ce lo siamo ritrovati molto più convinto. Gli ho detto che doveva essere il suo anno. E lui si è messo a disposizione della squadra, ricordo con la Roma che tutti lo prendevano in giro, scherzavano e lui ha fatto una grande partita. Sta dimostrando di essere un grandissimo talento. 

Un parere su Zivkovic?"Lo seguo da tempo, nell'ultimo anno ha fatto grandi cose. Credo sia pronto, ha le qualità e sa fare entrambe le fasi". Qual è stata la vittoria più sentita, il gol più bello, la stagione migliore, un giocatore in cui ti sei rivisto?"Ho fatto tante partite da infortunato, ma l'importante è giocare. Vittoria più sentita è Madrid: tutti i sacrifici, tutto quello che hai dato ti torna con la Champions League. Col mio club ho vinto tutto ed è il massimo. Gol più importnate? Forse due gol quando aveva 17 anni alla Stella Rossa contro il Kaiserslautern, sono quelli che ti cambiano la carriera. Poi i gol col derby e con la Roma, ne ho messi tanti. Era bello anche la fiducia che sentivo dai compagni, quando caricavo per tirare i compagni non dicevano niente. Soddisfazione per la stagione migliore? L'ultima alla Stella Rossa, la seconda col Mancio e la prima con Mourinho per come stavo io in campo. Giocatore in cui mi rivedo? Mattheus nel passato, un trascinatore con gran tiro non aveva mai paura. Poi non so, ora vedo quanto sono stato fortunato ad aver giocato in tutti i ruoli. Sì De Rossi un po' mi somigliava, ma ha corso e poi si è messo davanti alla difesa si è allungato la carriera. Io fino all'ultimo anno di José pedalavo. Ho fatto anche un paio di volte il difensore". 

Ruolo di club manager? Cosa fai?"Sono un dirigente, mi organizzo il tempo e ho al fianco grandissime persone. Sono molto legato a piero e sto cercando di imparare. Un'esperienza in un club così non si può buttare, anche perché io spero di rimanere qua una vita ma nella vita non si sa mai. Di preciso non ho potere della firma, non compro nessuno, non faccio la formazione ma faccio lavori che non si vedono. Da servizi segreti. Il mio libro? L'ho fatto per me, non mi interessava venderne tante". Mihajlovic ti ha chiamato?"Prima c'eravamo io e Sinisa e basta. Seguire Mihajlovic? Anche oggi se lo chiamo e gli chiedo di lavorare so che la sua porta è sempre aperta. Anche in Nazionale l'ho seguito, era apera anche la strada per la Samp. Lo posso solo ringraziare, è un grande. E' al Milan, ma non posso non volergli bene, per me è più di un fratello. Non sono preoccupato per lui, più c'è pressione e più si diverte".Gruppo dell'est è ampio, un vantaggio?"E' un gran bel gruppo. Stanno bene e si trovano alla grande. Avevo qualche timore all'inizio perché erano tanti e diversi. Invece sono bravi ragazzi, sono giovani, c'è grande amicizia, profonda amicizia. Si trovano davvero alla grande"Con chi sei legato di più tra gli ex compagni?"Materazzi, Chivu, Pandev, loro sono quelli che sento di più. Goran è uno tranquillo, è passato di qua, lui si accontenta con poco, può fare di più ma gli va bene. Chivu viene a fine mese e lo vedrà, Marco lo sento sempre. Maicon l'ho visto con la Roma; a maggio ho visto Samuel, Milito, Cambiasso. Ora è tornato Kuzmanovic, a Udine è la piazza giusta". In futuro allenatore dell'Inter?"Mai dire mai, ma adesso dico di no". Come hai vissuto le guerra da bambino? Che ruolo hannoa vuto?"Ero piccolo e non era in Serbia, non l'ho vissuta in prima persona. Periodo brutto era nel '99 coi bombardamenti della NATO. Siamo ventui in Italia con Anna e il mio fratello, ma gli altri della famiglia sono rimasti lì. Grazie alla Lazio che ci ha rispettato, sia me che Sinisa, ci ha lasciato tranquilli. Eriksson? Un grande, non si arrabbiava mai, l'ho visto a Dubai ora credo sia in Cina". Che momento è stato quando hai salutato i tifosi?Una bomba. Non mi ricordavo niente, a casa poi ho rigardato le immagini. Avevo dimenticato gli striscioni, i bambini e mia moglie di fianco a me. Anche lei stava male, io mi sono contenuto, lei no. dentro di me avevo di tutto, una bomba davvero". Soriano ti assomiglia? Lo vedresti bene?"E' un nome che si fa da questa estate. Finché non si prendono le decisioni io sono contento con i giocatori che abbiamo".Tra poco ci sarà il derby"E' un'emozione stupenda, stadio pieno è fantastico. Uno dei gol pià belli l'ho fatto quando c'era Mancini. In allenamento mi sfotteva  che non prendevo mai la porta. Ho fatto un assist a Crespo e poi quel gol e sono andato dal Mancio. Roberto è un po' cambiato, l'estero lo ha cambiato. E' molto più tranquillo, ha tutto in mano. Prima era giovane, era molto impulsivo. Ti attaccava al muro quando era alla Lazio, ora la gestione è cambiata". Consigliato tu Mancini?"No, si parlava ed è uscito al suo nome. A Firenze era molto giovane come allenatore, ora sta uscendo tutto il suo talento. A Roma sforse lo rimpiangono". Perisic?"Si è inserito benissimo, lo aspettiamo ha grandi margini di miglioramento".Brozovic? Non mi sembrava così forte. Pensavo normale, ma dopo averlo visto lui è tanta roba".Hobby? "Lo sport in generale: pallanuoto, pallacanestro. E poi i bambini mi tengono occupato. Lasciamoli crescere, sono contento di cosa fanno: uno è portiere all'Inter e gli altri all'Accademia Inter". Giochi ancora? Cosa ti manca?"Mi manca la quotidianità: parcheggiare ad Appiano, stare nel gruppo, preparare la partita. Uscivo per ultimo dagli spogliatoi, mi piaceva".