- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
in evidenza
E’ un Dejan Stankovic molto carico, quello che ha parlato alla Gazzetta dello Sport. Ma l’Inter per lui è la sua seconda casa: “Vidic? Mi ha chiesto mille cose: dell’Italia, del calcio italiano, dell’Inter, della Pinetina, dei compagni. Tutto, ha voluto sapere tutto. Del giocatore cosa potrei dire di nuovo? Per due anni è stato il miglior difensore del mondo, tuttora è fra i migliori: non c’è molto da aggiungere. Quello che scoprirete è l’uomo che ho conosciuto in dieci anni di Nazionale insieme: una persona seria, un grande professionista, un leader.
Cosa gli ho detto? Nema, in Italia c’è grande attenzione all’organizzazione, alla tattica. Per anni hai affrontato attaccanti fortissimi uno contro uno, con autostrade dietro di te: qui giocherai con la sigaretta in bocca.
La difesa a tre un problema? Imparerà in fretta perché è intelligente ed esperto, sa leggere il gioco in anticipo e prende posizione prima dell’attaccante. Lui è molto più freddo di me, ma direi il coraggio. Ha presente Braveheart? Ecco, non sa quante volte gli ho detto “Nema, pensa alla salute”, quante volte si è spaccato il naso o aperto la fronte per ché si butta sempre e comunque, senza pensarci.
Il capitano perfetto? Il capitano sarà Johnny (Stankovic ha sempre chiamato Ranocchia così, perché è magro come Johnny Stecchino) ed è giusto così: l’altro giorno l’ho sentito e gliel’ho detto. Però Vidic gli potrà dare una bella mano: anche a tenere bene quella fascia sul braccio. Handanovic, Vidic, Kovacic, forse Kuzmanovic, magari Jovetic? Sono tutti grandi giocatori, me lo auguro per l’Inter: ma non contro l’Udinese, ovviamente. Prendono anche Pereyra? Io di mercato non mi occupo: però oggi l’ho visto in campo, si allena ancora con noi”
© RIPRODUZIONE RISERVATA