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Di derby romani Daniele Tommasi ne ha giocati diversi con la maglia giallorossa e non è rimasto sorpreso che ieri sera la tifoseria laziale abbia tifato contro la propria squadra impegnata contro l'Inter in chiave anti-Roma. «La rivalità cittadina prevedeva un comportamento del genere, e d'altronde il 5 maggio 2002 allo stadio tutti avevano le sciarpe doppie con i colori di Lazio e Inter», ricorda Tommasi, convinto però che «in campo tutti cercano di dare il massimo: i calciatori non giocano con la sciarpa al collo». «Si sta parlando troppo della partita di ieri, come se fosse l'ultima di campionato - osserva l'ex centrocampista della Roma, a margine dell'assemblea generale dell'Assocalciatori -. Si dà per scontato come andranno le ultime due, ma da tifoso della Roma non ne sono così convinto. È un pò riduttivo giudicare strana la partita di ieri sera e poi dare per scontato l'andamento delle prossime». Non avendo visto la gara, Tommasi si astiene da un commento sul comportamento dei calciatori biancocelesti. «Comunque si parla della finalista di Champions contro una squadra con 40 punti dopo 36 giornate - nota l'ex centrale giallorosso - la differenza tecnica c'è, poi l'ambiente ha aumentato il divario. I tifosi della Lazio, con la classifica che si ritrovano, hanno pensato alla rivalità cittadina». Secondo Tommasi «è comprensibile» lo sfogo del presidente della Roma Rosella Sensi: «È l'amarezza del presidente di una squadra che si vede sorpassata dopo una vittoria su un campo difficile. Purtroppo il calendario ci ha portati a tifare Lazio, il che non è l'ideale per un romanista». Mercoledì la Roma può rifarsi sull'Inter nella finale di Coppa Italia, e per Tommasi «arriva meglio all'appuntamento perchè ha un pò di rabbia in corpo dopo questo weekend».
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