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Come si sta ad un centimetro dal baratro. Renzo Ulivieri, il presidente dell’Assoallenatori ha fotografato il momento complicato di un allenatore vicino all’esonero, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica. E’ la condizione nella quale si trovano Gian Piero Gasperini e Luis Enrique, i due allenatori che stasera in Inter-Roma, oltre ai punti avranno da perdere la possibilità stessa di continuare ad allenare.
“Mi viene di abbracciarli entrambi. So come si sta in momenti così, si è completamente da soli. Anche in casa. Io almeno, cercavo di non fare pesare in famiglia la situazione, e mi isolavo. Al campo? C’è imbarazzo tra chi lavora con te, dai magazzinieri ai massaggiatori. Ricevi pacche sulle spalle da chi non te le aveva mai date prima. Dimostrazioni di affetto, ma capisci di essere visto come una persona in difficoltà. E a sentire quei “forza, mister”, ti viene un nodo alla gola”, spiega il tecnico.
Insomma non deve essere affatto facile essere un allenatore in bilico. E diventa fondamentale in quei momenti avere la fiducia della società: “A volte bastano poche parole - assicura Ulivieri - per essere rassicurati, per sentire di avere la fiducia di chi ti sta intorno”.
E c'è una cosa, la più odiosa di tutti. “Ed è quando i presidenti si intromettono nel tuo lavoro, parlano di moduli o peggio chiedono pareri ai giocatori su di te. Sedere in panchina e sentire a pochi metri centinaia di persone che cantano 'Salta la, salta la, salta la panchina', le assicuro, non è il massimo. Quando lavori nella stessa città per tanto tempo puoi anche girarti verso i tifosi e replicare, ma gli allenatori di Roma e Inter sono arrivati da troppo poco tempo", continua Ulivieri.
Quando tutto intorno a te dice che è finita, c'è solo un modo per uscirne a testa alta: "Di solito in partite così un tecnico va fino in fondo con le proprie idee, senza compromessi. Noi allenatori scegliamo di morire in piedi. E magari va a finire che vinciamo”.
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