Intervistato da Mundo Deportivo in vista della finale di Champions , il tecnico del Bayern ricorda quando Mourinho era il suo assistente al Barca : “Ha preso molto sul serio il suo lavoro, era molto puntuale e pignolo nelle analisi degli avversari che mi dava. Le sue analisi erano molto buone. In quegli anni era molto umile. Mi è piaciuto vedere come la sua personalità sia aumentata con l’esperienza. Ho capito subito che era una persona molto intelligente e con una forte personalità. L’ho educato e gli ho mostrato come fare per essere un allenatore “diverso” visto che io intendo il calcio in maniera totalmente differente dagli altri.” Adesso pero’ il tecnico olandese ammette che le loro strade, a livello tattico si sono divise: “Lui allena per vincere, il risultato per Mourinho è l’unica cosa che conta, io invece oltre a vincere voglio anche divertire e questo è un compito molto piu’ difficile”. Appuntamento quindi al 22 maggio, dove si vedrà quale filosofia porterà a casa il “titulo” piu’ prestigioso.
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VAN GAAL SU MOURINHO : “E’ UNO CHE IMPARA SUBITO, MA ORA ABBIAMO DUE FILOSOFIE DIVERSE”
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