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Il presidente Massimo Moratti in questo momento è a colloquio con il direttore dell'area tecnica Marco Branca. La sensazione è che non sia cambiato nulla rispetto a ieri sera. Intanto si aspetta qualche dichiarazione che possa confermare la decisione: fino a domenica si dovrebbe andare avanti con Ranieri, la speranza è che la squadra nerazzurra riesca a trovare la reazione necessaria anche in vista della Champions.
Andrea Paventi, inviato a seguito dell'Inter, dallo studio di SkySport24 fa il punto sulla situazione:
LA SPERANZA - "L'auspicio di Moratti è quello di andare avanti, anche in vista del Marsiglia, con l'attuale tecnico nerazzurro. Il presidente continua a sentirsi con i suoi collaboratori quindi è chiaro che sta pensando a cosa fare nei prossimi giorni, nei prossimi mesi. Se con il Catania non ci sarà reazione, il presidente dovrà trovare delle alternative e non vuole farsi trovare impreparato. Moratti spera che la situazione non precipiti. La stagione non è ancora finita e la squadra deve dare delle risposte. Ad oggi il terzo posto può sembrare utopia, ma quelle davanti non stanno ancora volando", spiega il giornalista.
QUALITA' - Che a proposito di Ranieri e della squadra dice: "Il tecnico si augura di vedere una crescita di partita in partita degli uomini chiave di questa squadra. Pazzini per esempio. Si aspettava un rendimento migliore, in questo momento quel gol sarebbe stato fondamentale. Si può sperare che le individualità crescono. Guarin ancora non ha mai giocato e lui agisce proprio al centrocampo e si ha bisogno di uno come lui. Il tecnico non ha trovato la sua Inter, non c'è un undici fisso. Voleva fare un salto di qualità con Sneijder e Forlan, ha provato ad inserirli, ma il valore che stanno esprimendo adesso non è quello reale".
IL FUTURO - Quanto alle mosse future Paventi riporta: "I colloqui di questi giorni servono sia per l'immediato che per il futuro. Il presidente ha l'impressione che la squadra non abbia il collante giusto. C'è una prova di appello importante con il Catania e poi con il Marsiglia e poi c'è il futuro e il patron nerazzurro si chiede se è giusto cambiare, soprattutto a giugno. Ma sia la squadra che l'allenatore. L'Inter non può, da un punto di vista finanziario, garantire le stesse risorse che ha garantito in passato ad allenatori come Mancini e Capello che hanno vinto tutto, ma lo hanno fatto con grossi investimenti".
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