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La Gazzetta dello Sport, ha intervistato in esclusiva l’ex allenatore dell’Inter, Alberto Zaccheroni, l’ultimo, tra l’altro, nella stagione 2003/2004 a battere per ben due volte la Juve. Ecco il suo pensiero sull’Inter di Mancini:
Mister Zaccheroni, l’Inter ha gli uomini per giocare con continuità col 4-2-3-1?Bisogna fare una premessa. Il sistema di gioco deve evidenziare i pregi di una squadra e nasconderne i difetti. Oltre che dalle caratteristiche, tutto poi passa dalla condizione e soprattutto dall’atteggiamento degli interpreti. Un bel 4-2-3-1 lo sta proponendo la Fiorentina, ma anche il Napoli ha saputo passare al 4-3-3 perché in campo tutti ci mettono la giusta intensità”E l’Inter?Mancini ha a disposizione gli uomini giusti per il 4-2-3-1. Gli esterni alti ci sono. Uno è Perisic. L’altro Biabiany, perfetto perché ha velocità ma anche capacità difensive. Non dimentichiamoci che a Parma ha fatto pure il terzino”.Vede più lui di Ljajic? Il serbo è più trequartista, ma se si ambienterà e troverà quella continuità che in carriera gli è sempre mancata non avrà problemi ad agire pure da esterno. Vedo più lui di Guarin, che può adattarsi a destra, ma è un centrocampista atipico, il più bravo ad attaccare se parte da lontano. Mentre per me Palacio e Jovetic sono delle seconde punte”In effetti con Jovetic in campo Perisic fa il trequartista... “Jovetic non può fare l’esterno, tanto meno nel 4-3-3. Può dialogare centralmente con il centravanti, ma anche fare a sua volta la prima punta. È praticamente impossibile che un sistema di gioco permetta ad un allenatore di schierare 11 giocatori nella posizione ideale. Qualcuno dovrà sempre sacrificarsi”In effetti con il 4-2-3-1 l’Inter nel 2010 vinse il triplete, ma grazie al sacrificio di Eto’o e Pandev. Che però accettarono quel duro compito nel ritorno degli ottavi di Champions, in casa del Chelsea. Lì arrivò la svolta e tutti si convinsero che quella poteva essere la strada giusta. Ma se Mourinho avesse chiesto a Eto’o di fare il terzino non nella partita della vita, ma in campionato contro una piccola, il camerunese lo mandava a quel Paese...».Nel 4-2-3-1 di Mancini, chi vedrebbe a centrocampo? Al di là degli episodi, le partite si decidono proprio in quel reparto. Se non gira il centrocampo, non trovi continuità nemmeno in difesa e attacco. Melo e Medel formerebbero un muro, ma vedo di più uno dei due con Kondogbia. Con quelle leve lunghe, il francese ha bisogno di campo davanti a sé. Adesso fatica, andrebbe visto in allenamento per capire come ragiona”L’Inter è da scudetto?Ha una rosa notevole, ma inferiore a quelle di Juve e Roma. Un gap che si può colmare con la grinta e qualche invenzione tattica"
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