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ZAMPARINI: “SCUDETTO ALL’INTER, NOI IN CHAMPIONS”. POI SVELA: “AMAURI ANDRA’ AI MONDIALI”

Daniele Mari

«Continuiamo a lavorare bene e a sognare. Io non guardo dietro, il mio obiettivo è la Roma». Il Palermo vola e il presidente Maurizio Zamparini non vuole fermarsi. Il quarto posto è realtà ma il patron non si accontenta: nel mirino c’è...

«Continuiamo a lavorare bene e a sognare. Io non guardo dietro, il mio obiettivo è la Roma». Il Palermo vola e il presidente Maurizio Zamparini non vuole fermarsi. Il quarto posto è realtà ma il patron non si accontenta: nel mirino c'è il terzo posto occupato dalla Roma e lontano, ora, 6 punti. Troppo? Forse, a giudicare dalla parziale correzione di rotta che Zamparini effettua nel giro di pochi secondi. «Roma e Juventus hanno la mentalità del grande club. Noi la stiamo scoprendo domenica dopo domenica. Percentuali? Roma in Champions al 50%, Juventus al 30 e Palermo al 20», dice intervenendo a La politica nel pallone su GR Parlamento. Quale sarà la classifica finale? «Inter, Milan, Roma, Palermo e Juve. Quella di adesso», dice tra previsione e auspicio. Per stimolare la sua squadra, non servono incentivi economici: «Abbiamo stabilito un premio, ma i giocatori si impegnano senza pensare ai soldi. In campo sono atleti che pensano a vincere. Ai soldi pensano solo quando devono firmare il contratto». Al momento, i rosanero devono giocarsi la quarta piazza con la Juve guidata dal 'traghettatorè Alberto Zaccheroni, quinta a 2 punti: «Penso che verrà confermato anche il prossimo anno. È un grande gestore, se ha i giocatori adatti. Io avevo pronosticato che la Juventus avrebbe lottato per lo scudetto». «Io ho scoperto Zaccheroni portandolo dal Baracca Lugo, in C2, al Venezia. Ora sta facendo un ottimo lavoro: tutti pensavano fosse bollito, invece sta dimostrando di essere un tecnico di qualità. Il suo lato 'C' è il migliore», dice facendo riferimento alla fortuna che assisterebbe il tecnico romagnolo.

Il Palermo in Europa non sarebbe una novità. «Negli ultimi 6 anni siamo andati in Uefa 2 volte. Certo, la Champions sarebbe tutta un'altra cosa. Io ho investito 100 milioni, ora la squadra deve farcela con il suo bilancio», dice Zamparini. «Abbiamo già opzionato 3-4 giocatori, la nostra strategia di mercato è chiara: dobbiamo andare a prendere giovanissimi talenti come Kjaer o Pastore, che resterà con noi 2-3 anni e poi varrà 50 milioni di euro», aggiunge. Il fantasista argentino sta mostrando il suo talento nella prima stagione italiana: «Non ho mai avuto giocatori con la sua qualità: vederlo giocare è come ascoltare un grande musicista. Noi abbiamo la possibilità di investire e comprare un giovane di 19 anni per 6,5 milioni. Non possiamo spendere 30-40 milioni». Accanto ai giovani, la formazione siciliana esibisce elementi di esperienza. Fabrizio Miccoli sta vivendo un'annata eccellente. «È un periodo in cui gli riescono grandi cose. Come tutti i giocatori di gran talento, ambisce alla maglia azzurra. Il ct Lippi, giustamente, ha la sua strategia e non si può cambiare a 2 mesi dal Mondiale. Miccoli non faceva parte del progetto iniziale e trovo giusto che non ne faccia parte nemmeno ora», dice Zamparini.

Il presidente rosanero si tiene stretto Fabio Liverani, perno del centrocampo. «Devo andare a Lourdes per chiedere che Liverani giochi il più possibile. Anche se accanto a lui sta crescendo un grandissimo Nocerino», afferma. A far funzionare tutto è il tecnico Delio Rossi: «Ho avuto la fortuna di trovare un grande allenatore, un maestro di gioco. E quando il maestro è bravo, i discepoli lo seguono». Se dovesse andare in Champions, Zamparini avrebbe le risorse per un grande colpo di mercato. Non prenderebbe però Antonio Cassano: «È un altro giocatore che fa musica quando tocca la palla. È un giocatore da Milan, Inter, Juve, Napoli». Se potesse, il patron si riprenderebbe Amauri. «Andrà ai Mondiali -dice-. Se gli danno la palla, è un grandissimo attaccante. Lui deve fare la boa, alla Juve non gli passano granchè il pallone e deve andarla a prendere da solo per il campo». Una battuta per Adriano, che anche in Brasile deve fare i conti con la dipendenza dall'alcol: «Non credo che recupererà. Può farcela solo nel suo paese».