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Javier Zanetti si racconta in un'intervista a "La Stampa". «Il mio primo impatto con l'Inter è stato un temporale dell'altro mondo. Facchetti e Bergomi con me, alla presentazione. Come nasce Javier Zanetti? Terzino destro. E comunque, attratto dal centrocampo. Mi è sempre piaciuto lottare. Gira e rigira, non ho giocato solo in porta. Ho già pensato a quello che non farò o non sarò mai quando smetterò di giocare: l'allenatore. Mi piacerebbe diventare l'ambasciatore dell'Inter. Da piccolo, volevo essere Lothar Matthaeus. Mi entusiasmava il suo gusto per la lotta e poi ha giocato nell'Inter anche lui. Da grande, mi piacerebbe essere Roberto Baggio: il campione e l'uomo. Mou e Benitez sono due mondi opposti, due personalità differenti. Li unisce il fine: far vincere l'Inter. Proveremo ad eguagliare i sei trofei del Barcellona di Messi. Come dite voi, l'appetito vien mangiando. Il primo piatto, la Supercoppa di Lega, l'abbiamo spazzolato. Domani tocca all'Atletico Madrid. Grande squadra. Le sensazioni sono positive. Chi sarà l'anti-Inter? Le solite. La Roma, il Milan, soprattutto se prende Ibra, la Juventus». Sulle dichiarazioni di Moratti e la pronta risposta di John Elkann il capitano dice: «Il presidente è stato chiaro, la parola Juventus non l'ha mai pronunciata. E allora, perché reagire in quel modo? Incidente chiuso».
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