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Zenga: “L’Inter è la mia storia, ma anche la Samp. Mancini gioca a nascondino e…”

Walter Zenga ha parlato alla vigilia di Sampdoria-Inter ha parlato della gara prevista alle 15 di domani a Marassi e ha fatto una lunga premessa prima di rispondere alle domande dei giornalisti: “Mi sono scritto due cose che volevo dire,...

Eva A. Provenzano

Walter Zenga ha parlato alla vigilia di Sampdoria-Inter ha parlato della gara prevista alle 15 di domani a Marassi e ha fatto una lunga premessa prima di rispondere alle domande dei giornalisti: "Mi sono scritto due cose che volevo dire, domani c'è una partita importante per me. L'Inter sono stati 22 anni della mia storia, la mia vita. Se venissi qui a dirvi che per me è un'avversaria come un'altra, non avrei rispetto per me stesso e per la mia storia. Sapete bene che nella mia storia c'è stata anche la Samp e c'è anche oggi. Sono concentrato e voglio fare il bene della Sampdoria. Quello che voglio sottolineare è che non è una partita come le altre per me e per tante altre persone. In passato ho dichiarato che sognavo di allenare l'Inter e il fatto di essere stato accostato più di una volta a quella panchina mi ha soddisfatto. Tanto è vero che quando sono tornato, la prima cosa che ho detto per me questo è un punto di arrivo e non di partenza, so cosa vuol dire sudare per la maglia blucerchiata, avere il privilegio di indossare questa maglia, portare questi colori. Ci sto mettendo tutta la mia dedizione e la mia concentrazione Faccio questa promessa vorrei evitare domande su ricordi di quando ho giocato, chiedetemi solo della mia Samp e della partita", ha detto l'allenatore blucerchiato. 

Poi è iniziata la conferenza stampa vera e propria. Ed ecco cosa ha detto: 

- Nell'ultimo turno avete perso entrambi. Sono due squadre che hanno voglia di riscatto ma la Samp in casa difficilmente ha sbagliato...

E' l'interpretazione della stagione al di là della partita. Il campionato ha delle oscillazioni stranissime perché pensare che ci sono squadre come la Juve e la Roma che erano date in corsa per lo scudetto e hanno cominciato in un certo modo, il Napoli che ha fatto un percorso particolare. Tutte devono astessarsi all'inizio, poi i valori vengono fuori. E' un'altalena di risultati che dipende dal fatto che ci sono squadre che hanno migliorato tanto e hanno dato continuità al loro lavoro come Sassuolo, Torino, Atalanta o Chievo e questo fa parte del processo di crescita del campionato italiano in cui non c'è nulla di scontato. 

- Fondamentali gli episodi in questo campionato così equilibrato... 

Cambia l'atteggiamento rispetto alle partite di casa perché in casa abbiamo un pubblico fantastico, ma anche gli episodi fortunati te li vai a cercare, non aspetti che le cose accadono. Se mentalmente sei disposto a rischiare arriva anche l'episodio fortunato, se sei più concentrato del solito non aspetti, sei tu che te li crei attaccando anche in tre all'85esimo. Ci sono tante cose che vanno evidenziate, sembra sempre che trovo delle scuse. Sono contento di quello che ho e gli uomini che ho faccio in modo che diano il massimo. Non voglio fare paragoni con il passato, ma anche l'anno scorso la Samp fuori casa vinceva meno. Cercheremo di fare meglio in questo. 

- E' negativo che l'Inter abbia perso in quel modo con la Fiorentina dal punto di vista della Samp?

E' stata una partita di episodi, c'è stato il rigore dopo due minuti, dopo venti minuti vai sul due a zero, poi perdi un uomo e la partita ovvio che va in un certo modo. A volte non vorrei parlare dopo la partita perché la partita andrebbe rivista prima perché a volte si dicono cose che poi guardando la partita si vedono meglio. Ci sono stati episodi che hanno scombussolato gli atteggiamenti dei giocatori, a volte gli episodi cambiano totalmente il corso della partita. 

- In casa la Samp è convinta di voler fare male, nel secondo tempo a Torino non c'era questa convinzione...

Ogni partita viene preparata per vincere e si cerca di schierare i giocatori per lo stesso obiettivo. Puoi lavorare giorni sui dettagli e poi dopo due minuti ti danno un rigore. Lì succede che la squadra deve crescere per personalità, deve interpretare il gioco e non puoi sempre giocare allo stesso modo con tutti gli avversari. C'è sempre una squadra che può fare meglio, l'allenatore deve essere capace di far ragionare la squadra in qualsiasi momento della partita. Lì devo impegnarmi di più e trasmettere questi aspetti ai ragazzi. 

- C'è la speranza che contro l'Inter che è più forte ma gioca non un calcio eccelso, c'è la speranza di vedere una Samp compatta come con la Roma? 

Certo, non siamo andati a Bergamo pensando di giocare lunghi, larghi e remissivi o senza attenzione. Poi succedono delle piccole cose che danno un'impressione differente e che ti fano fare giocate differenti. Abbiamo giocato palla a terra ma non ci veniva il gioco, abbiamo avuto un atteggiamento meno aggressivo, meno attento, ma la partita si è messa subito bene per l'Atalanta. A fine partita ho detto che avevamo speso molto mentalmente con la Roma e mi sono reso conto che loro avevano giocato il giorno dopo, ma la partita era diversa. Abbiamo tanti margini di miglioramento e il mio lavoro è indirizzato su questo. Ora se sono bravo succederà. Ora c'è la pausa. Settimana prossima lavoreremo solo con nove giocatori, ma sono contento che vadano in Nazionale, vuol dire che stiamo crescendo. Cercheremo di dare continuità ai risultati e alle prestazioni. 

- La situazione degli infortunati? 

Sono stati convocati, vantaggi non ne do perché il mio amico Mancio gioca a nascondino quindi lo faccio anche io. I problemi ci sono, ma si possono trovare delle soluzioni. A mio modo di vedere si possono mettere in campo le cose che abbiamo provato e chi ci sarà darà il 200%. 

- Cassano sta dando la sensazione che può fare bene. Come lo vedi?

Antonio ha personalità e carisma e ha una grande attitudine, vede giocate dove gli altri non se li immaginano. Per noi è fortemente importante. Non so quanti minuti ha ma magari può giocare anche dall'inizio. Non è una questione di minuti nelle gambe, sono cose che bisogna sentire insieme, ci sono momenti in cui le situazioni vengono naturali, stiamo aumentando sempre più la convinzione che lui sia possibile averlo al cento per cento e sarebbe un bene. Antonio ci ha dato una soddisfazione.

- Se sarai emozionato e cosa pensi dell'incontro con Mancini? 

Sapete benissimo l'amicizia che c'è tra me e Mancio, nell'84 giocavamo insieme a Locarno con la Nazionale Under21. Abbiamo condiviso tante cose e lui a Genova ha fatto il calcio. Tanta roba. Eravamo una grande Under21. Quella generazione, dall'europeo dell'Under21 dell'86 al 94 con un po' di più convinzione saremmo stati come la Spagna di adesso. 

- Che giocatore è Viviano?

Quando si incontrano altre squadre e il portiere para e l'attaccante segna ci dicono che noi allenatori siamo fortunati. E io ho la fortuna di avere Viviano che para e in attacco giocatori che segnano, quando daranno il cento per cento faremmo bene. Pensavo andasse in Nazionale, ci lavoro per farlo andare la prossima volta.  

- Il processo di crescita della Samp?

Giochiamo con un '98, Bonazzoli che non ha ancora giocato, abbiamo ragazzi giovani che devono essere aiutati e sostenuti sempre perché ci sono delle qualità importanti e noi dobbiamo aiutarli ad esprimersi al meglio. Cerchiamo di stare nella parte sinistra della classifica, avere un punto in più rispetto all'anno scorso, valorizzare i giovani. Possiamo divertirci, abbiamo anche Antonio, ma non perché ci fa ridere ma perché lui è il calcio. Dobbiamo avere concentrazione e non dobbiamo mai avere paura di perdere