Paolo Ziliani, anche oggi, regala un editoriale che ignora completamente la buona prestazione dell'Inter e si sofferma solo sugli ormai consueti attacchi a José Mourinho:
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ZILIANI, MA CHE PARTITA HAI VISTO? “C’ERANO NON UN RIGORE MA DUE. E L’INTER DOVEVA FINIRE IN 9 ANCHE IERI”
Paolo Ziliani, anche oggi, regala un editoriale che ignora completamente la buona prestazione dell’Inter e si sofferma solo sugli ormai consueti attacchi a José Mourinho: Due notizie da Inter-Chelsea, una buona e una cattiva. La notizia...
Due notizie da Inter-Chelsea, una buona e una cattiva. La notizia buona è che l'Inter, dopo le figuracce rimediate nelle ultime stagioni contro Liverpool (era-Mancini), Manchester e Barcellona (era-Mourinho), ha finalmente vinto una partita di Champions, e segnato goal, contro un grande club europeo, il Chelsea, sconfitto 2-1. La notizia cattiva è che Mourinho in panchina non è stato bene: e c'è da essere preoccupati, conoscendo l'uomo. Pochi ne hanno parlato, ma Josè, così sensibile alle ingiustizie arbitrali – che in quanto ingiustizie lo sono indipendentemente da chi venga danneggiato – non si è stracciato le vesti e non si è messo a saltare come morso dalla tarantola quando l'arbitro Mejuto Gonzalez, al minuto 45, non ha concesso il rigore al Chelsea, e non ha espulso Samuel per fallo da ultimo uomo, per il netto e clamoroso atterramento di Kalou a due passi da Julio Cesar. La svista è stata colossale eppure Mourinho non si è mosso e non ha battuto ciglio. Ebbene, conoscendo la sua lealtà e il suo proverbiale senso di fair-play, c'è da credere che in panchina – appunto - non si sia sentito bene. Che abbia avuto un mezzo coccolone – magari per l'emozione di incontrare i suoi vecchi giocatori – senza che nessuno, a cominciare dallo staff medico dell'Inter, se ne sia reso conto. Un vero peccato. Anche perché, di lì a poco, l'arbitro ha fischiato la fine del primo tempo e Mourinho, al rientro nel sottopassaggio, avrebbe potuto insultare sia l'arbitro che il guardalinee, riservando loro lo stesso trattamento riservato a Tagliavento nell'intervallo di Inter-Sampdoria, naturalmente dopo essersi prodotto nella sua specialità, e cioè il gesto delle manette all'indirizzo del pubblico e in particolare dei 4.000 tifosi inglesi. “Cosa volevo dire? – avrebbe spiegato poi in sala-stampa -. Semplicemente che il Chelsea non avrebbe perso nemmeno se avessero arrestato Ancelotti”. A dispetto dei torti arbitrali. Ai medici dell'Inter raccomandiamo comunque più attenzione. Che Mourinho non stesse bene, e che avesse vista obnubilata e lucidità ridotta, lo si sarebbe potuto capire qualche minuto prima del rigore negato a Kalou quando al 41', su angolo battuto da Lampard, Thiago Motta ha trascinato a terra a due mani, al vertice dell'area piccola, Malouda. Sarebbe stato rigore (per il Chelsea) e ammonizione (per Motta): e visto che Motta era già ammonito, Mejuto Gonzalez avrebbe dovuto espellerlo. Anche in questo caso, invece, Mourinho se n'è rimasto impassibile in panchina e non ha fatto scene turche né sceneggiate napoletane: a riprova che il lieve malore che evidentemente lo attanagliava era già in atto e gli stava togliendo reattività. Ci rifiutiamo di pensare che Josè sia così sleale - e meschino - da dare in escandescenze solo se gli errori degli arbitri sfavoriscono l'Inter. A un condottiero della sua stazza stanno a cuore, prim'ancora delle sorti dell'Inter, le sorti del calcio. E vederlo così apatico e spento in occasione delle ingiustizie patite dal Chelsea, ci ha fatto male al cuore. In bocca al lupo per una pronta guarigione.A proposito di colossali rigori non fischiati. Il Milan, dopo aver vinto domenica a Bari (2-0) dopo un clamoroso rigore non concesso ai pugliesi sullo 0-0 (atterramento di Barreto ad opera di Bonera: ci sarebbe stata anche l'espulsione), ha vinto mercoledì a Firenze (2-1) dopo un clamoroso rigore non concesso ai viola sull'1-1 (atterramento di Montolivo ad opera di Thiago Silva). Sia nel primo che nel secondo caso non si è trattato di falli commessi in mischia, caotici, difficili da vedere, ma di scorrettezze plateali consumatesi sotto gli occhi di tutti e in particolare sotto gli occhi degli arbitri, Gava e Rosetti, in entrambi i casi ottimamente piazzati. Detto che anche in Milan-Udinese (3-2, arbitro Celi) c'erano state due irregolarità sui gol del Milan e due rigori reclamati – con qualche ragione – dai friulani, e ricordato che la Juventus, nelle ultime 4 partite, ha avuto un rigore a favore per fallo inesistente su Del Piero (Juventus-Lazio 1-1, Diakite), un gol in fuorigioco convalidato (Livorno-Juventus 1-1, Legrottaglie), un rigore per fallo inesistente e fuori area su Del Piero (Juventus-Genoa 3-2, Papastathopoulos) e un gol viziato da fallo di mano di Del Piero convalidato (Bologna-Juventus 1-2, Candreva), ossia 4 regali, 2 dei quali a dir poco scandalosi - e tutti determinanti ai fini del risultato - va detto che sarebbe il caso che a Coverciano organizzassero al più presto un seminario sul tema: “La sudditanza psicologica come il Caffè Lavazza: più la mandi giù e più ti tira su”.
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