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inter primavera
Getty Images
Nell'Inter Primavera che vola in campionato e in Youth League, uno dei punti fermi è Mattia Zanchetta. Il figlio del mister ha diciott’anni e si racconta alla Gazzetta dello Sport. "A Cremona giocavo in un oratorio vicino casa. Stavo lì tutto il giorno, da mattina a sera, ma non ho mai pensato di fare altro. Mio padre non mi ha mai influenzato nella scelta, anzi, essendo il mio allenatore mi tratta come gli altri. Quando c’è da dirmi 'bravo' lo fa, ma quando deve strigliarmi è il primo".
Come in occasione del derby perso 3-1: "Una strigliata meritata, aggiungerei. Non giocai una grande partita. Il nostro è un rapporto schietto e diretto. Non è facile giocare in una squadra dove tuo padre fa l’allenatore, ma l’abbiamo sempre gestita bene. Raccomandato?Ci convivo da sempre. Le persone, a volte, sono solo invidiose, ma la verità è che senza la testa e la costanza non vai avanti comunque. Io vivo in Convitto, papà a Milano, quando ci vediamo guardiamo qualche partita ma cerchiamo di non parlare di pallone. Almeno lì…".
"Ho sempre ammirato Busquets e Kroos, ora studio da Rodri e Calhanoglu". E anche da papà, uno che da queste parti chiamavano "Zanchettino" per il fisico esile e i piedi dorati. "Mi ha raccontato che nelle giovanili dell'Inter rischiò di essere scartato. Non cresceva in altezza, poi si infortunò due volte al menisco. È stata dura".
(Gazzetta dello Sport)
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