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Anteprima fcinter1908.it, Eto’o: “Non dimentico da dove vengo”. Guarda il video

Ecco la prima parte dell’intervista realizzata dal mensile camerunese a Samuel Eto’o, con relativa traduzione: Grazie Samuel per averci concesso quest’intervista è un grande onore per noi averti qui. Allora utilizzi Internet? Sì mi...

Alessandro De Felice

Ecco la prima parte dell'intervista realizzata dal mensile camerunese a Samuel Eto'o, con relativa traduzione:Grazie Samuel per averci concesso quest’intervista è un grande onore per noi averti qui. Allora utilizzi Internet?

Sì mi capita di andare su Facebook, Twitter

Chi ti scrive sa che ci sei tu dietro al profilo, hai dei collaboratori che ti aiutano a rispondere ai lettori?

Sì ho dei collaboratori ma io stesso passo del tempo a rispondere personalmente a chi mi scrive. Alcuni sanno che sono io a rispondere talvolta perché si crea un legame naturale con alcuni lettori, amici e conoscenti. In ogni caso spesso sono io in prima persona a rispondere.

Complimenti per il tuo fantastico sito Internet. CI chiedevamo come mai tu ci mettessi tanto ad averne uno, poi abbiamo visto il risultato ed abbiamo capito che ci voleva del tempo per farne uno così riuscito. Tu sei un esempio per i giovani, non è un compito pesante da portare sulle spalle, benché tu sia una persona eccezionale?

Non so se la parola “pesante” sia adatta in questo caso, però è vero che non posso fare sempre ciò che mi passa per la testa in un dato momento anche se penso sia la cosa giusta da fare, devo sempre pensare anche agli altri e a volte magari mi devo forzare. Quando diventi un modello per gli altri devi per forza sopportare il peso della responsabilità

Il giorno dopo un match come quello giocato tra Camerun e Senegal, come ti senti?

Piuttosto tranquillo, perché sono credente, e spesso quando vinco non c’è magia in questo, quando capita quindi di pareggiare come ieri e quando sbaglio un rigore, mi rimetto ancora di più all’Eterno e mi dico “ho fatto il possibile, ho dato tutto”, ieri non siamo riusciti a far gioire della vittoria il popolo camerunese ma c’è ancora tanta strada da fare e bisogna guardare avanti

Cosa non ha funzionato secondo te?Non abbiamo segnato…

Pensi che l’assenza di Alexandre Song (Arsenal n.d.r.) possa aver influito?

Alexandre ci avrebbe aiutato molto ma è anche vero che un giocatore non fa la differenza. E' un ruolo delicato il suo. Inoltre chi ha giocato ieri al suo posto l’ha fatto molto bene. Il calcio è un gioco collettivo, è questa la cosa fondamentale, non è il singolo che conta ma il gruppo. Non Eto’o, Chedjou o Alexandre Song. Puoi prendere 11 buoni elementi che vogliono giocare bene insieme e saranno meglio di 11 Eto’o. Quindi la presenza di Alex poteva aiutarci certo, ma in quella gara abbiamo dato tutto il possibile per vincere, io ho sprecato la grande occasione del rigore non so ancora come, ma non abbiamo avuto quel pizzico di fortuna che serviva.

La partita è stata un po’ la sintesi delle difficoltà che la Nazionale del Camerun ha avuto anche durante i Mondiali e in generale in questo ultimo periodo?

Ascolta, la squadra nazionale è il riflesso di quello che la nostra società vive. A volte qualcuno usa il calcio per anestetizzare i mali della gente. A volte il calcio viene usato per nascondere i veri problemi della gente. Ma il calcio è il riflesso della società camerunese, così come la vedete. Abbiamo preso l’abitudine di pensare che non siamo validi, il pensare male ha preso il sopravvento sulla sincerità. Per avanzare a volte bisogna rischiare, a volte i coraggiosi vengono additati perché non siamo più abituati a questo. Siamo abituati a coloro che riescono perché hanno voluto o hanno ricevuto aiuto e quando fai il tuo dovere ti trovi chi ti giudica. Ma noi stiamo tentando di cambiare mentalità perché i nostri figli e i nostri piccoli fratelli non vivano in questa società.

Considerato il tuo livello, hai dei rimpianti, dei rimorsi, delle cose che a posteriori non avresti fatto considerato tutto lo storico, la coppa del mondo ecc.?

No, no. Nella Coppa del mondo ho fatto tutto ciò che dovevo fare in qualità di cittadino camerunese, di capitano e… dopo tutto questo non è servito e ho ricevuto molte critiche che non meritavo, appunto perché una volta ancora la nostra società è fatta così, coloro che lavorano correttamente, che non hanno bisogno di pagare… ha sentito che hanno detto persino che ho comprato dei giornalisti… molto semplicemente, avevo bisogno di comprare i giornalisti? perché avrei dovuto farlo? Volete puntarmi il dito contro, io sono lì, non c’è bisogno di questo. Alcuni hanno veramente esagerato, come tentativo la cattiva gestione negli anni e il pessimo comportamento degli altri.

Si dice che alcuni geni siano incompresi? Ti senti incompreso da alcune persone?

Il Camerun non è preparato per avere un genio (inteso come fuoriclasse, ndr). Io ho avuto fortuna, ho giocato a un altissimo livello e ho provato e provo tuttora a mantenermi lì in alto e alcuni camerunesi non sono stati preparati ad avere tutto ciò. Delle cose che sono normali al mio livello non lo sono per certi camerunesi, ma cerco di far progredire la mentalità perché è inammissibile che ogni volta che si parla di samuel eto’o si parla del mio salario, me lo chiedo perché solo alcuni giornalisti parlano di quello che ho vinto. Anche loro sono dei privilegiati nella nostra società, devono cercare contenuti per il prossimo numero, è una mascherata, perché l’argomento è di sensibilità comune quando dici a persone in gravi difficoltà economiche che Eto’o ha i soldi, comincia a ferire e le persone cominciano ad avversarti senza avere vere ragioni ed è quello che succede nel mio caso.

Cosa preconizzi in qualità di capitano del Camerun per la tua Nazionale? La fine di una grande era della grande squadra del Camerun o l’inizio di una resurrezione calcistica?

Quale grande squadra?

Quella che abbiamo conosciuto tutti quando eravamo piccoli.

È il sogno che tutti abbiamo, mai abbandonato, voi avete sognato io ho sognato e il mio sogno è ancora lì ma ora vivo la realtà di quel sogno. Quello che vedevo tutto bianco quando ero piccolino, ora che sono nell’età della ragione lo vedo alla mia maniera, 10-12-13 anni fa abbiamo appreso che c’erano dei problemi nella squadra nazionale, e non capivamo come potesse accadere tutto ciò. Oggi viviamo questa realtà ma il problema è che quando tu cerchi di cambiare questo modo di fare vieni a tua volta attaccato da ogni parte, ti puntano il dito contro e invece di dire “bisognerebbe fare così” e suggerire miglioramenti è molto più semplice dire “Eto’o ha i soldi”. La realtà è che noi possiamo cambiare una buona parte delle cose, tutto dipende dalla volontà che abbiamo, bisogna innanzitutto mettere da parte questo atteggiamento complessato che spesso ritroviamo nelle persone per cui non puoi discutere con qualcuno che ti ritrovi direttamente catalogato con un’etichetta. Noi dobbiamo essere consci che il nostro obiettivo è che il nostro paese abbia una grande squadra. Io amerei lasciare questa squadra e poter dire i dirigenti sono bravi. I giocatori sono felici di far parte della nazionale, la squadra nazionale vuole difendere una maglia, io vengo per difenderla e basta, non esigo nulla. Quelli che sono con questa maglia è perché lo vogliono, se qualcuno non vuole indossarla può stare a casa, non è obbligato a farlo. Tutti sanno che bisogna prendere delle decisioni e sono decisioni spesso difficili, ma per progredire bisogna farlo, bisogna prendere decisioni difficili. Ma spesso ci sono giornalisti che strumentalizzano quando bisognerebbe invece avere onestà intellettuale per denunciare i problemi e non farsi pagare per demonizzare qualcuno e far passare altri come angeli. È falso, è falso, io ho tentato di denunciare i problemi ma quando l’ho fatto mi hanno attaccato da ogni parte e come media voi avete un grande potere. E' difficile.