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Pelle d'oca. Questa la sensazione predominante nel guardare lo spot realizzato dal Banco de Chile per sostenere la Nazionale di calcio cilena ai Mondiali in Brasile. Protagonisti i calciatori? Sbagliato, sono i 33 minatori che rimasero intrappolati per 69 giorni a 700 metri di profondità dentro una miniera di oro e rame di San José, nel nord del Cile, nell'agosto 2010. Una storia seguita dalla stampa di tutto il mondo con il salvataggio che avvenne in diretta televisiva.
La voce narrante è di Mario Sepúlveda, uno dei minatori intrappolati, che dal Campamento Esperanza, nella regione di Atacama, dove i minatori furono intrappolati dice: "En este lugar quedamos atrapados por 70 días, nos había tragado la tierra, fue ahí donde tuvimos que comprobar de qué estábamos hechos... Por eso esta tierra la llevaremos a Brasil, a la cancha donde entrenará nuestra selección, para llenarla de esperanza y coraje. Y así demostrarle al mundo que para un chileno nada es imposible. ¿España es difícil? ¿Holanda es difícil? Nada es difícil, no nos asusta el grupo de la muerte no nos importa la muerte ¡porque a la muerte la hemos vencido antes!".
(Siamo stati intrappolati qui per 70 giorni, dove la terra ci ha intrappolati, era qui che dovevamo dimostrare di cosa eravamo fatti... Perciò questa terra la porteremo in Brasile, nel ritiro dove si allenerà la nostra Nazionale, per riempirla di speranza e coraggio. E in tal modo dimostrare al mondo che per un cileno niente è impossibile. La Spagna è difficile? L?Olanda è difficile? Niente è difficile, non ci spavente il gruppo della morte, non c'importa la morte perché la morte l'abbiamo già sconfitta!).
Difficile trattenere il trasporto e l'emozione guardando il video, bellissimo e coinvolgente.
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