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le rivali
Quando era all'Inter, Wesley Sneijder twittava twittava. E non solo lui. La società nerazzurra ha posto dei limiti sui social network, su Twitter e Facebook, chiedendo ai suoi giocatori di non scrivere cose inerenti lo spogliatoio, questioni di squadra, notizie sulle loro condizioni fisiche, pena una multa, con Ivan Cordoba a fare da vigile come aveva spiegato Andrea Stramaccioni. Questa imposizione aveva fatto discutere e sollevato diverse polemiche.
Ma a quanto pare anche la Juventus ha la stessa filosofia. Andrea Agnelli, ospite al Festival delle Tv e dei new media che si tiene a Dogliani (Provincia di Cuneo), a proposito di tweet e post, ha spiegato: "Se i giocatori vogliono parlare della loro vita privata sono liberi di farlo, ma se l'argomento è l'attività della squadra devono prima verificare con la nostra comunicazione, sono sotto il cappello della nostra società. Perché una mezza frase può essere interpretata in maniera positiva o negatica e a volte un tweet può essere strumentalizzato. Per questo bisogna essere molto attenti, bisogna curare chirurgicamente la comunicazione".
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