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Ansaldi: “Serve un Torino umile, va cambiato tutto. Juric? Mi ha colpito…”

Daniele Vitiello

L'argentino ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport: eccone uno stralcio

Cristian Ansaldi sa bene che il Torino è chiamato a mettersi alle spalle le delusioni delle ultime stagioni. Il laterale argentino ex Inter ne ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport in una interessante intervista: «Dopo gli ultimi due campionati negativi, per iniziare a ricostruire servirà principalmente un Toro umile, concentrato unicamente sul lavoro, ma soprattutto che dovrà avere più fame».

Dove inizia il cambiamento?

«Dobbiamo cambiare tutto! Negli ultimi anni abbiamo più parlato che dimostrato il nostro valore in campo. Parlare meno, dimostrare di più con i fatti per riconquistare la fiducia dei tifosi: questo è il primo passaggio fondamentale. Mi auguro che, questa volta, saremo noi calciatori bravi a lanciare un segnale rapidamente, iniziando a fare punti in campionato da subito. Questo ci permetterà di vivere la seconda metà del campionato con leggerezza e tranquillità».

Il primo impatto con Juric?

«Ho conosciuto un tecnico molto preparato. Ha le idee chiare, ed è fondamentale: ora sta a noi riuscire ad assorbire in fretta le sue richieste».

Cosa l’ha colpita di più di lui?

«Che Juric ti cambia subito la mentalità. Guardi, io ho giocato anche con Gasperini, insieme a Mazzarri i due allenatori che mi hanno fatto crescere di più. Colpisce la somiglianza tra Juric e Gasperini: del loro modo di vedere il calcio adoro la semplicità. Non ti riempiono di informazioni, ma ognuno di noi sa quelle due o tre cose che deve fare».

E su Belotti?

«Penso che Andrea stia ancora festeggiando la vittoria all’Europeo così come nella sua testa abbia le idee chiare. Tutti noi lo stiamo aspettando, sappiamo l’importanza della sua presenza in questa squadra. Speriamo che torni presto».

Il suo recente rinnovo la rende d’ufficio una bandiera...

«Mi fa molto piacere. Tre anni fa ho detto che avrei voluto giocare al Torino fino a 40 anni. Se sarà possibile farlo, ne sarò felice».