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le rivali
"Da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Mario Balotelli sa di essere forte, noto e tenuto sotto stretta osservazione. Ai microfoni di Nosotti, per Sky, ha parlato di sè, della squalifica, ha chiesto scusa per la squalifica. L'intervista è stata realizzata a Milanello e dietro le telecamere c'era anche Mino Raiola, il procuratore del giocatore. Cappellino, occhiali da sole, seduto e convinto di se stesso. Ecco cosa ha detto il giocatore rossonero:
UOMINI - Le critiche? In Inghilterra i giornali rompevano le scatole. Adesso cominciano anche quelli italiani. La mia fidanzata? Un uomo ha sempre vicino una grande donna, è sempre stato così. Sono contento della mia ragazza, ho pochi amici ma buoni, famiglia. Queste sono le basi per essere un uomo ed una brava persona.
SORRISI - Tanti mi dicono che non sorrido mai. Ma mi vedete solo in campo novanta minuti, se mi avessero visto quando ero piccolo avrebbero detto che sono pazzo. Adesso sono maturo e non capisco da dove arrivano le critiche che mi dicono che sono viziato. Solo perché ho una macchina? Cerco di comportarmi come una persona normale, ma tanto ti criticano sempre qualsiasi cosa fai. Meglio se sto casa e dormo.
IL CALCIO - Posso crescere tanto ancora. Il calcio è il gioco più bello del mondo secondo me. Mi diverto e senza starei male, si a volte stanca, ma quando vado in vacanza non vedo l'ora di tornare a giocare. La palla tra i piedi ti fa sentire su un altro pianeta.
DIFFICILE - Ho lasciato da soli i miei compagni. Per me è difficile in circostanze come quella con il Napoli non arrabbiarmi per tutti i falli che mi hanno fatto. Ma su questa terra i giocatori non possono permettersi di rispondere, tra questi ci sono io. Quindi ho sbagliato io. E va bene così.
NON VOGLIO... - Allegri? Non ho parlato con lui. Non porto rancore a chi mi fa fallo, ma mi arrabbio sul campo - magari sbagliando - mi arrabbio perché non voglio chiudere la carriera a 28 anni. Posso essere forte quanto volete ma con tutti questi falli rischio di finire prima di giocare.
DECIDETEVI - Ogni volta che sbaglio la mia immagine va giù, poi segno la domenica dopo e mi portano alle stelle. Non può essere così. Non sono un fenomeno, ma gioco in attacco ma prendo i falli. Anche gli altri attaccanti perdono la testa, ma magari cercano di contenersi, devo imparare a non reagire, soprattutto perché i bambini ti vedono e devono avere modelli di personaggi che dovrebbero essere perfetti.
SUPERMARIO - Il non ricorso del Milan? Salto tre partite. La convocazione? Spero di non saltarla, ma se c'è il codice etico c'è, c'è. Mi sono lasciato andare, ma non è che devo chiedere scusa a tutti quanti. I miei mi dicono di controllarmi, ma loro mi hanno capito. Essendo influente devo essere anche responsabile.
MANCINI - E' parte della mia carriera calcistica, il mio allenatore più importante. Lo stimo tanto e lo ringrazio delle opportunità che mi ha dato all'Inter. Al Manchester io volevo giocare, ma eravamo cinque attaccanti ed era difficile giocarle tutte, giocavo o a sinistra o da centrale, ma non ero contento e in allenamento non è che non mi impegnavo, ma non mi esprimevo al massimo.
MI FERMO - Non è che non ho voglia di rincorrere la palla. Quando perdo palla dovrei andare subito e invece quando sbaglio non accetto il mio errore e mi fermo, abbasso la testa, devo essere più arrabbiato, ma non troppo se no mi espellono.
PRANDELLI - Mi ha dato questa possibilità di giocare con la Nazionale e lo ringrazio.
IBRA - Abbiamo due modi diversi di giocare, è un giocatore diverso da me.
EL SHAARAWY - Ditegli di tagliarsi i capelli, è brutto con quei capelli. Ha dimostrato tanto. Ma voi giornalisti dopo due partite che si fa male ne dite tante. Lui non ha il mio carattere e si può abbattere, ma se è qui ha delle qualità. E' fortissimo. L'errore ci sta. Anche Messi e Ronaldo a volte non segnano, o sbagliano il rigore (ride.ndr), non serve abbattersi.
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