Secondo il Corriere dello Sport, Candreva e D’Ambrosio a destra si sono passati 420 volte la palla durante il girone d’andata, così come l’avvio dell’azione interista spesso viene delegato ai due difensori centrali (333 passaggi tra Skriniar e Miranda). Fondamentale il lavoro di cucitura tra Borja Valero e Vecino (253 passaggi), lo spagnolo da trequartista diventa terzo mediano e aiuta l’Inter a creare densità. E’ il centrocampo “folto” di cui parla spesso Spalletti. L’ex Fiorentina è stato uno dei segreti della brillante partenza in campionato. Oggi, però, dovrebbe esserci Brozovic. L’Inter, sino alla partita con l’Udinese, era abituata a schiacciare tutti a San Siroscoprendosi pochissimo. Attaccava con pazienza, cercando il varco giusto sulle fasce. La Lazio, invece, “esce” a sinistra. Radu decisivo perché entra nelle linee di passaggio con Lulic (204), De Vrij (225) e Milinkovic (231). Dal fraseggio tra il serbo e Luis Alberto (231 passaggi) nasce la scintilla offensiva a beneficio di Immobile o degli inserimenti di Marusic, velocissimo nei ribaltamenti.
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La Lazio, quando si chiude bene, concede pochissimo. Ma non potrà aspettare e basta. La difesa a tre può essere colpita con gli esterni, fondamentale il lavoro delle mezze-ali nella fase di non possesso. Parolo e Milinkovic dovranno aiutare. L’Inter più brillante non si scopriva. Sulla carta potrebbe venire fuori una partita bloccata nel primo tempo e piena di ribaltamenti appena verrà segnato il primo gol. Il recupero palla, è probabile, orienterà il confronto. Di Francesco con la Roma, bloccando Radu e pressando alto, aveva trovato la chiave giusta per rendere meno fluido e armonioso il gioco della Lazio. Inzaghi, negli ultimi tre derby con Spalletti, vinse aggredendo i mediani della Roma ed esercitando una pressione enorme appena sotto la linea di centrocampo. Questa, però, è l’Inter e non esistevano precedenti su cui preparare alla lavagna una partita da Champions. Andiamo a vedere.
(Fonte: Fabrizio Patania, Corriere dello Sport 30/12/17)
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