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Christillin sulla Juve: “Mi aspettavo di più da Allegri: ha ipervalutato se stesso e la rosa”

Christillin sulla Juve: “Mi aspettavo di più da Allegri: ha ipervalutato se stesso e la rosa” - immagine 1

Evelina Christillin, membro del consiglio Fifa, ha parlato così di Juventus dopo il KO pesante contro il Chelsea

Matteo Pifferi

Evelina Christillin, membro del consiglio Fifa, ha parlato così a La Gazzetta dello Sport di Juventus dopo il KO pesante contro il Chelsea:

«Dopo la disfatta di Londra qualcuno ha persino cercato di convincermi che in fondo è meglio arrivare secondi che primi, perché almeno usciremo agli ottavi contro una big e non contro Lione e Porto, come è successo nelle ultime due stagioni, ma io non mi rassegno a questo umorismo macabro. La Juventus non può permettersi queste figuracce, erano vent’anni che non veniva sconfitta con un punteggio così pesante».

Che cosa l’ha delusa più?

«L’atteggiamento dei giocatori, la loro non voglia di lottare. Anche se lo stadio non era lo stesso, non ho potuto fare a meno di ripensare alla finale dell’Europeo che si è giocata a Londra appena qualche mese fa: lì furono lacrime e sangue, i nostri ragazzi hanno dato tutto, i bianconeri invece è come se nel secondo tempo non fossero scesi in campo. Siamo stati dominati e senza le due super parate di Szczesny chissà come sarebbe finita... L’alibi della qualificazione già ottenuta non regge».

Allegri però ha detto di aver fatto i complimenti ai ragazzi per il passaggio del turno.

«Ecco, non è da lui dire certe cose dopo una sconfitta così umiliante e non è da Juventus presentarsi in Champions con questo spirito rinunciatario. Certo, la squadra vista quest’anno non alimenta grandi speranze, però dopo la vittoria sulla Lazio, dove si è visto finalmente un po’ di gioco, m’aspettavo qualcosa di meglio. È come se fossero due squadre diverse».

S’aspettava qualcosa di più anche da Allegri, del cui ritorno lei è sempre stata una sostenitrice?

«Mi dispiace doverlo dire perché sono sempre stata un’allegriana convinta ma la risposta è sì. Max è sempre stato un risultatista ma i fatti lo stanno smentendo. Quando prendi un allenatore top e gli fai un contratto ricco e lungo inevitabilmente ti aspetti che incida. Allegri avrebbe dovuto farlo di più, però temo che abbia incontrato più difficoltà del previsto. Con la fama che ha e con il Real in pressing non avrebbe mai accettato di tornare alla Juve se non fosse stato sicuro di poter fare un buon lavoro».

Allora che cosa non sta funzionando?

«L’allenatore è importante ma non basta, se decidi di investire sul tecnico devi dargli anche una squadra all’altezza. Molti giocatori stanno dimostrando di non esserlo, la Juventus non è più una squadra di grandi campioni ma di parametri zero che però per ingaggio pesano tantissimo sui bilanci del club. Penso a Ramsey, Rabiot e Arthur, che non hanno ancora dimostrato di avere lo spirito da Juve. Io lo vedo solo nei “vecchi” come Bonucci e Chiellini e in pochi altri. Probabilmente Allegri aveva ipervalutato se stesso e anche la rosa. Pure a livello di società è cambiato molto rispetto alla sua prima volta in bianconero. Max ha scommesso su se stesso ma non ha ancora trovato la sua Juventus».

Vede il quarto posto a rischio?

«Io ci credo e ci crederò fino alla fine, però con grande prudenza perché questi continui up&down mi preoccupano parecchio. Non riusciamo a trovare un minimo di continuità. Ogni tanto ci illudiamo ma poi ripiombiamo nello sconforto. Però un percorso così altalenante lo puoi giustificare quando hai una squadra di giovani inesperti. La Juventus è piena di nazionali e anche i giovani hanno un discreto bagaglio d’esperienza. Non dobbiamo deprimerci ma non si può non essere realisti; non sarà facile arrivare tra le prime quattro, non dimentichiamo che l’anno scorso la Champions l’abbiamo presa per i capelli, anche grazie a un regalo che ci ha fatto il Napoli. Certo è che non andare nell’Europa che conta sarebbe una bella botta anche a livello economico».

Cosa chiederebbe a Babbo Natale per gennaio?

«Un centravanti: sembra banale ma non lo è affatto, la squadra ne ha bisogno, Morata non basta per risolvere il problema dei gol. So che la situazione non è rosea, però per fare un upgrade nel girone di ritorno servirebbe uno sforzo sul mercato: oltre a un attaccante penso che ci vorrebbe un innesto a centrocampo, decisamente il reparto più in difficoltà».

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