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"Tanto è una scommessa perché sai che un golletto prima o poi arriva, il resto è sofferenza. Eppure non è questione di qualità dei giocatori. Lo ha insegnato Spalletti che ha saputo rinunciare a Koulibaly, Mertens e Insigne facendo di necessità virtù. Basterebbe copiare e incollare. E dire che Giuntoli ce la sta mettendo tutta per aiutare Allegri andando a rivitalizzare gente come Rugani o Alex Sandro (un po’ come fece a Napoli con Mario Rui e Lobotka) e infondendo fiducia in giocatori di secondo livello perché, al contrario del suo allenatore, ritiene che tutti possano dare il loro contributo e che la differenza si possa fare anche senza eccellenze. È proprio la guerra fra due mondi e due modi di interpretare il pallone. Qui non si tratta di scommettere su un allenatore che già sente il proprio destino segnato".
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