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le rivali
Il portiere giallorosso Morgan De Sanctis, sin qui il meno battuto del campionato avendo subìto solo il gol del parmense Biabiany, ha concesso un'intervista sulle colonne dell'edizione odierna de Il Messaggero. Eccone uno stralcio:
De Sanctis, venire a Roma è stata la scelta giusta? "Direi di sì. L’avevo sfiorata già nel ’95, poi presero Sterchele".
Lei passa per un chiacchierone nella vita e in campo. Non rischia di essere attaccato al muro da qualche suo difensore? "Diciamo che sono un uomo sensibile. So quando devo fermarmi e non esagerare. Anche mia moglie dice che devo stare zitto...".
Però ha quasi aggredito De Rossi dopo l’ammonizione presa con il Bologna..."Già, me la sono presa tanto con lui perché non è possibile prendere un giallo sul cinque a zero. Poi ci ho riflettuto e mi sono detto che Daniele è stato così altruista da beccarsi l’ammonizione per evitare un gol. E dall’arrabbiatura sono passato alla convinzione che c’è un grande gruppo. Un altro segnale, in questo senso, è la concentrazione con la quale entrano in campo i panchinari. Danno sempre un’impronta alla partita".
Oltre a parare, cosa le chiede Garcia? "Devo cominciare a fare gioco. Mi riesce facile perché davanti ho gente di personalità, che non ha paura di ricevere il pallone. Provo solo a fare cose semplici. Il piede caldo non è la mia principale caratteristica".
Oggi firmerebbe ancora per il quinto posto? "La Roma deve giocare per le prime cinque posizioni, questo è il concetto e lo ribadisco. Che poi questa squadra possa raggiungere obiettivi ora impensabili lo scopriremo presto. Non lo sappiamo nemmeno noi dove possiamo arrivare".
Adesso c'è l'Inter..."Una grande squadra, che ci dirà di che pasta siamo fatti. Una bella prestazione può aumentare l’autostima. Figuriamoci, io di autostima ne ho già tanta".
Si troverà davanti Mazzarri..."Per me è quasi una divinità. Un allenatore bravissimo, un esempio per tutti su come gestisce la fase difensiva. Io a Napoli l’ho avuto quattro anni: ogni stagione è riuscito a fare più di quello che erano le nostre possibilità. Dall’esterno è uno antipatico, lamentoso, poi l’ho conosciuto e non è così. È solo un’immagine che trasmette agli altri. Ha pochissimi difetti e per noi non sarà facile. Ma io già so come potrà affrontarci".
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