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Di Natale: “Contro l’Inter voglio esserci perché…”

Francesco Parrone

Serata speciale negli studi di Udinese Channel per la puntata di Udinese Tonight: ospite della serata è stato Antonio Di Natale, capitano bianconero che ha spaziato su tutte le tematiche del momento e sulla sua carriera in Friuli. La prima...

Serata speciale negli studi di Udinese Channel per la puntata di Udinese Tonight: ospite della serata è stato Antonio Di Natale, capitano bianconero che ha spaziato su tutte le tematiche del momento e sulla sua carriera in Friuli. La prima domanda, inevitabile, sulla condizione in vista dell'ultimo appuntamento del campionato: "Il mio recupero procede bene. Oggi ho lavorato con la bici, fanno un po' male le gambe ma è normale visto che è una preparazione diversa da quando si corre in campo. Da ancora un po' fastidio il polpaccio ma voglio esserci domenica, voglio essere insieme ai miei compagni per festeggiare, possiamo fare molto bene contro l'Inter. E' una partita difficile, cercherò di fare il massimo, magari segnando, per arrivare all'obiettivo dell'Europa League".

L'ennesima grande stagione dell'Udinese. Te lo aspettavi?

"Sono ormai tre anni che facciamo bene, pur partendo male all'inizio. Non pensavamo ad un avvio così in salita ma con tutto lo staff abbiamo lavorato tanto e i tanti giovani e qualche vecchietto hanno dato qualcosa in più. Come si dice siamo arrivati a Roma e ora vogliamo vedere il Papa, intendiamo coronare questa stagione con gli ultimi 90 minuti e tagliare il traguardo che ci porta in Europa".

Il cambio di passo è stato merito del nuovo modulo o c'è qualcosa in più?

"Non ci credo molto, credo a chi sta bene fisicamente. Con la condizione si può giocare a 3, 4, 5… Il mister ha provato tanti schemi e alla fine tutti i giocatori sanno quel che devono fare. Dobbiamo mantenere questa forma anche a Milano".

Anche il rientro di Muriel ha contribuito in positivo. Come lo giudichi?

"Le qualità di Muriel si conoscevano, speriamo possa segnare ancora. E' un ragazzo giovane, per me l'anno prossimo può fare trenta gol senza infortuni, se fossi io il presidente lo terrei ancora a lungo".

Qual è stato il momento più difficile e quello invece più positivo della tua esperienza a Udine?

"Non ho mai avuto problemi qui a Udine. 4-5 anni fa abbiamo lottato per la salvezza fino a poche giornate dalla fine, ma abbiamo sofferto tutti, non solo io. In nove anni abbiamo sempre lottato per buoni traguardi e mi sono tolto tante soddisfazioni anche a livello personale. Avere questa maglia addosso e la gente che ci sta vicina è molto bello. La foto più bella è quella del mio arrivo a Udine: avevo detto che la mia parola di approdare qui valeva più di una firma ed è stato così".

Vivi lontano dalla tua città natale, questo ha influito sulla tua carriera?

"Napoli mi manca sempre perché sono orgoglioso di essere napoletano, ma per me Udine è come una seconda casa. Io sto benissimo qui e sento vivo il calore della gente. Quando mi ha cercato la Juve ho detto al presidente che volevo rimanere qui e così la società ha deciso che questa sarebbe rimasta la mia squadra a vita. Qui non c'è troppa pressione, puoi perdere qualche partita e continuare a lavorare tranquillo. I risultati parlano per noi, c'è un grande lavoro da parte di tutti, dei giocatori, dell'allenatore e della società".

Il miglior difensore contro cui hai giocato? E un campione da cui hai preso spunto?

"Il marcatore più arcigno contro cui ho giocato direi Ivan Cordoba: era veloce come me e quindi non riuscivo a sgusciare via con lo scatto. Un calciatore a cui mi sono ispirato tanto è stato Maradona, poi Baggio, Del Piero, Totti… Grandi campioni che sono fonte di ispirazione e anche un piacere da vedere quando scendono in campo. Quando sono arrivato a Udine Bertotto e Sensini mi hanno insegnato molto, li vedevo come più grandi di me. Valerio è stato un grande esempio e resta per me un grande capitano".

Il CT ha parlato molto bene di te, anche in chiave Mondiale

"Ho un grande rapporto con Prandelli e sono contento delle sue dichiarazioni. All'Europeo abbiamo fatto bene, siamo arrivati secondi dietro la Spagna che è più forte. L'anno scorso non ho fatto nemmeno una amichevole e sono stato chiamato solo per la competizione. Ma in questo momento penso solo all'Inter e poi ho bisogno di staccare un po' la spina, è stata una stagione impegnativa. Dopo con il presidente vedremo se andare avanti una, due, tre stagioni. Cercherò di dare il massimo e se sto bene non dico di sicuro di no ad una maglia come quella azzurra della nazionale che è sempre un orgoglio".

Il recente gol con il Chievo è stato il più bello della carriera? E quello alla Spagna?

"E' un grande gol, ma quello con la Reggina resta il più complicato che abbia mai fatto, servono più tocchi. Secondo me è molto più difficile. Ho compagno a fianco e difensore, stop e tiro molto ravvicinatissimi. Quello alla Spagna in Nazionale invece è stato il più bello in carriera perché ha significato il riscatto di quel rigore maledetto, me la sentivo che avrei segnato se avessi avuto l'opportunità, lo avevo detto a Buffon prima della gara e così è stato. Secondo me quella è stata la più bella partita giocata dall'Italia nell'intero Europeo".

E quell'esultanza con dedica particolare costata anche la squalifica?

"Ho avuto la fortuna di conoscere Califano, non avevo fatto bene il conto delle ammonizioni e ho sbagliato a togliere la maglietta ma alla fine "tutto il resto è noia" ha portato fortuna. Ho segnato sette gol dopo e sono arrivate vittorie a raffica!"

Cosa vedi nel tuo futuro? Anche una carriera da allenatore come suggerito dal patron?

"Forse tecnico per il settore giovanile… Il campo è la mia passione, ma mi piacerebbe proseguire con i ragazzi, mi fanno sentire giovane e voglio mettere la mia esperienza al loro servizio. Per il mio futuro da giocatore devo solo riposare un po' perché sono già arrivato in ritiro, ancor prima di iniziare la stagione, che ero molto stanco. Il presidente lo sa, un po' di vacanza e poi non ci saranno problemi. A proposito di questa stagione ringrazio Guidolin e il mio preparatore Paolo Artico che mi hanno permesso di lavorare bene dopo l'Europeo. Non credevo di fare ancora 22 gol, fortunatamente è andata così e siamo ancora in corsa per un grande obiettivo".

Il tuo rapporto con Guidolin? E con la famiglia Pozzo?

"Ho un grande rapporto con il mister, 3-4 giorni fa ho scherzato con lui sul futuro. Capita di avere un momento così come a Palermo: a volte capita a me, altre volte a lui… Gli ho consigliato di continuare qui, ha un grande rapporto con squadra, società e tifosi. Devo ringraziare il patron per le belle parole che ha speso per me. Con lui ho un rapporto speciale e importante, tutto quello che ho fatto è stato per lui e per la famiglia".

Con 175 gol sei dodicesimo nella classifica dei migliori bomber di sempre della Serie A

"Quando vedo questa classifica sento che ho dato tutto. Sto cercando il nome più scarso ma forse sono io! Essere nei primi 12 mi inorgoglisce, se ho la forza proverò ad entrare nei primi 8. Ci possiamo arrivare. Quando mi hanno dedicato la scarpa per i 100 gol non credevo di arrivare fino a qui e invece siamo a 175… Un giorno spero di poter raccontare ai miei figli di aver tagliato un traguardo ancora più alto, magari 200".

Con i rigori un rapporto un po' più complicato nonostante la tua grande sensibilità di calcio

"Se guardiamo le statistiche ogni anno sbaglio un rigore, quest'anno sono due. Ho avuto la fortuna di conoscere Baggio e lui che è un grande campione mi ha detto "chi batte è normale che sbaglia". A pensarci bene se noi facciamo i conti secondo me Totti ne ha sbagliati tantissimi eppure ha fatto oltre 200 gol in Serie A. Personalmente mi da più fastidio sbagliare a un metro dalla porta. Contro la Roma è stato bello perché il presidente e il figlio Gino a fine partita mi hanno detto "ma tu sei matto!". Totti non mi ha detto nulla, il portiere invece mi ha guardato un po' male… Il più bravo di tutti a calciare è Balotelli, ha la capacità di fermarsi e guardare il portiere, non è facile. Ogni tanto si può anche sbagliare".

Esistono ancora le bandiere nel calcio?

"Ultimamente non più. Se ne contano poche recentemente… Totti, Maldini, Del Piero, anche se non mi è piaciuto come si è concluso il suo rapporto con la Juve. Io questa maglia la sento mia, ne sono orgoglioso, ho fatto una grandissima carriera con poche delusioni e tante soddisfazioni".

Il tuo grande impegno nel calcio lo hai portato anche a Udine con i tuoi ragazzi nelle giovanili

"E' sempre stato il mio sogno di fare una scuola calcio. Ancona e Donatello sono due squadre importanti, con il comune e il sindaco stiamo lavorando molto per allestire un grande centro dopo quanto fatto per l'Ancona. Ho subito detto di si al progetto del Donatello, vogliamo far allenare tutti i nostri ragazzi: spero di poter cominciare i lavori prima della partenza per le vacanze".

Totò chiude con un auspicio per l'asta in corso a scopo benefico della statuetta creata per il 150° gol siglato contro il Pescara: "Spero in una grande offerta, sarebbe importante per la raccolta dedicata alla beneficenza e alla onlus bianconera Udinese per la Vita e voglio fare un saluto anche ai detenuti del carcere di Udine che ho recentemente visitato. Vogliamo organizzare una partita di calcetto a settembre-ottobre per portare loro un sorriso". Una ulteriore prova, se ce ne fosse bisogno, del grande cuore del capitano dell'Udinese.