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le rivali
Dionisi: “Milan top. Capisco lo scetticismo ma abbiamo le armi per metterli in difficoltà”
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il tecnico del Sassuolo, Alessio Dionisi, ha parlato così della sfida al Milan dell'ultima giornata di campionato:
«In questi giorni ho scoperto di avere amici che non conoscevo. Non le dico quanti biglietti mi hanno chiesto. Ho dovuto dire di no a tutti, per mia figlia l’ho comprato. Però l’atmosfera è bellissima».
Alessio, avverte un po’ di scetticismo sulla prova del Sassuolo contro il Milan?
«Ci danno poche chances, me ne rendo conto. E un po’ lo capisco. Il Milan è la squadra migliore e ha fatto un filotto di risultati. I rossoneri meritano il primato e capisco che qualcuno, anzi tanti diano per scontata la loro vittoria contro di noi. Ma per il Sassuolo quel risultato non è affatto scontato. Non saremo uno sparring partner, questo è sicuro».
Lo stadio sarà pieno. Giocherete in trasferta pur essendo in casa, ma avete vinto a San Siro contro le milanesi e allo Stadium contro la Juve. Il pubblico può essere un fattore?
«Sì, ma anche a nostro favore. Contro la Juve, ad esempio, al Mapei Stadium c’era tanta gente e abbiamo giocato bene perdendo immeritatamente. Le tribune piene sono uno stimolo per i giocatori».
Il Sassuolo ha le armi per infastidire la difesa rossonera e il Milan ha le qualità per sfruttare le vostre lacune sulla trequarti di Consigli. Ci possiamo aspettare una partita aperta?
«Sono d’accordo con questa analisi. Noi non abbiamo nulla da perdere, ma abbiamo le qualità per metterli in difficoltà. Certo, per la prima volta sfidiamo una grande squadra che ha più motivazioni di noi. Però sappiamo cosa fare, sperando che basti. Noi cerchiamo sempre di imporre il gioco, ma se capita attacchiamo velocemente. Come il Milan, che negli spazi e nelle transizioni veloci può fare male a tutti».
Come si fa a giocare da Sassuolo senza lasciarsi campo alle spalle?
«Ci stiamo pensando. Non sempre ci è riuscito di rimanere corti. E se ci allunghiamo, abbiamo due problemi: la distanza tra i reparti e quella dalla nostra area. Lavoriamo su questo».
Il Milan ha preso due gol in otto partite. Qual è il segreto?
«Le qualità individuali, l’organizzazione di squadra. E poi una personalità che hanno trovato nel corso del campionato. Adesso ha una consapevolezza diversa, tutti gli interpreti sono cresciuti. E Maignan è il portiere più forte della Serie A».
Non avere motivazioni di classifica fa giocare più sciolti o toglie attenzione?
«Spero la prima... A volte abbiamo pagato un calo di motivazioni. Dovremo approcciare bene la gara, perché il Milan sicuramente lo farà. Però noi non vogliamo sprecare l’occasione di dimostrare quanto siamo cresciuti. Spero che la partita sia un bello spot per il calcio italiano e che resti combattuta fino alla fine».
È vero che una squadra che si diverte a giocare sopperisce al calo di motivazioni?
«Sì. Però dobbiamo ricordarci che contro avversari più forti non si determina solo con la palla, ma anche senza. E sotto questo aspetto le motivazioni contano. Dovremo essere bravi a mettere pressione, a orientare se possibile la manovra avversaria. Se trascuri quella fase di gioco, finisce come a Napoli… (6-1, ndr). A volte nello stesso incontro facciamo due partite: una con la palla e una senza. E il gap è sensibile. Non basta la qualità, serve l’attitudine».
Il Sassuolo balla tra il nono e l’undicesimo posto. A inizio stagione avrebbe firmato?
«I 50 punti sono quello che abbiamo meritato sul campo. Se a luglio mi avessero detto che avremmo fatto un campionato all’altezza del Torino, che secondo me è una squadra forte, sarei stato contento. Ma ci siamo tenuti un margine di crescita per la prossima stagione».
Chi è migliorato di più?
«Un allenatore non può fare nomi, anche perché tutto il gruppo ha dato risposte importanti in termini di disponibilità e impegno. Posso dire, però, che Raspadori è l’anima della squadra: se un compagno cade, in tutti i sensi, lui lo soccorre. Ha sempre l’atteggiamento giusto ed è costantemente dentro la partita».
Con quali obiettivi ripartirà a luglio?
«Quello di dare continuità a questo progetto. L’unico numero che mi mette a disagio di questa stagione riguarda i gol subiti: non dobbiamo far finta di non vedere questo problema. Dobbiamo convincerci che lì si può crescere molto, anche perché è difficile segnare di più di quanto fatto. E poi vorrei vedere un migliore adattamento ai momenti della partita. Sono soddisfatto, invece, della finalizzazione, dell’attacco degli spazi, delle transizioni positive».
Lo sa che domenica sarà sotto gli occhi di tutti?
«È un orgoglio per noi. In un’ora sono stati venduti tutti i biglietti. La mia speranza è che il Sassuolo riesca a essere se stesso. È una bellissima vetrina e dobbiamo godercela facendo il massimo».
E se Pioli dovesse festeggiare lo scudetto a pochi passi da lei, cosa farà? Prenderà appunti per il futuro?
«Ahahahah… Lasciamo stare. Però stimo tantissimo Pioli, come allenatore e come uomo. Dopo la nostra vittoria di San Siro mi ha aspettato nel tunnel per farmi i complimenti. Grandissimo. Io non so se ci sarei riuscito, mi auguro di sì. Lui ha fatto un gesto splendido».
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