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D.Rossi: “Servirà  più coraggio. Inter forte, vorrei avere i loro problemi. Su Ljajic…”

Francesco Parrone

Il tecnico del Bologna, Delio Rossi, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida di campionato contro l’ Inter di Roberto Mancini: Rossi, sabato è stato un cardiotonico? “Mi auguro che sia la prima di una situazione che...

Il tecnico del Bologna, Delio Rossi, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida di campionato contro l' Inter di Roberto Mancini:

Rossi, sabato è stato un cardiotonico?

“Mi auguro che sia la prima di una situazione che deve diventare virtuosa, mi piacerebbe che domani si affrontasse la partita con meno preoccupazione e un po’ più di coraggio”.

Ecco, l’Inter non vince da quattro giornate, ci sono problemi anche là.

“L’Inter è una squadra forte, costruita per vincere il campionato. Vorrei averli io i suoi problemi. Ma lo stesso discorso vale quando giochi contro tutte le le big, devi fare la partita perfetta, avere un pizzico di buona sorte e che loro non siano al massimo”.

Delle critiche piovute in questo periodo, che ne pensa?

“Tutti hanno diritto di esprimere le proprie opinioni, ma la grande maggioranza parla col senno del dopo. Io ascolto le critiche, ma dove finisce la critica inizia il mio compito di risolvere i problemi. Io ho sempre grande rispetto delle opinioni altrui”.

Primo tempo molto intimorito a Modena, quando si vedrà la squadra giocare più sciolta?

“Quello è il problema più grande, se fai discrete prestazioni ma perdi alla fine quando contano veramente i tre punti sei preoccupato. Se vai in guerra non è che se hai paura rischi di meno, anzi”.

Il futuro è un po’ più luminoso dopo questi tre punti?

“Noi siamo partiti in ritardo, siamo una buona squadra ma non possiamo prescindere dal discorso di fare un buon calcio per ottenere risultati”.

Come si fa?

“Dobbiamo migliorare il nostro stile di gioco ed essere più squadra, molte volte siamo una mano aperta e non un pugno”.

I giocatori esperti questa paura non ce l’hanno, devono mettere a disposizione degli altri la loro esperienza?

“Secondo me sì, i ragazzi vivono di alti e bassi e invece chi ha un vissuto ha già gestito determinate situazioni. Se dai troppe responsabilità al ragazzo c’è caso che, in caso di sconfitte, non sappia reggere alla pressione”.

E l’allenatore cosa può fare?

“Le partite le vincono i giocatori, l’allenatore deve aiutare la squadra ad esprimere le proprie potenzialità, far in modo che le qualità vengano fuori”.

Invece Destro come può ritornare Destro?

“Servirebbe che non ci fosse questo carico di aspettative. Se si chiamasse Bianchi forse sarebbe meglio” (involontaria battuta del mister che ha citato un ex attaccante del Bfc, ndr).

Ci sono poi i giocatori che non toccano campo. Ci spiega la situazione di Crisetig?

“Ha fatto l’Europeo, ha avuto un periodo di ambientamento, lo vedo tutti i giorni. Presto tornerà a far parlare di sé. Non è che se uno non gioca poi per sempre starà in panchina”.

Brighi?

“Questo discorso va fatto per tanti giocatori. Arriverà il momento per tutti. Quando le cose non vanno bene chi non gioca ha sempre ragione. Ho più di venti giocatori, anche in partitella quattro restano fuori. Ognuno avrà il suo turno, devono farsi trovare pronti alla stazione quando passerà il treno. Matteo è un professionista esemplare”.

Gli infortunati invece come stanno?

“Krafth non ci sarà, Mirante ha un problema alla mano di dolore, se è sopportabile sarà tra i convocati, altrimenti faremo come a Modena”.

Dal punto di vista fisico le tre partite in tre giorni si faranno sentire?

“Conta l’abitudine a giocare ogni tre giorni, non è un fatto fisico. Lo sforzo nel giro di 24-36 ore si recupera, è l’atteggiamento che conta. Non puoi far giocare sempre gli stessi ogni tre giorni, ma nell’arco di un mese non crea scompensi a livello fisico”.

Sannino sabato si è lamentato del fatto che si parlasse sempre del predecessore, qui invece si parla del successore. A voi allenatori dà fastidio parlare del prima e dopo?

“A me non dà fastidio nessuna delle due, sono concentrato sul presente. Se non fossi più io l’allenatore mi dispiacerebbe perché mi lego ad un ambiente in cui ho lavorato”.

Sul campionato che ci dice? 

“A marzo si decidono i campionati, devi arrivarci attaccato al treno. Con i primi caldi succedono cose strane”

Domani invece incontrerà di nuovo Ljaic…

“L’episodio per me è nato e morto lì, poi ha avuto un effetto mediatico esagerato. L’ho già incontrato e non c’è nessun problema”.