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Ha visto la partita?
«Come avrei potuto perderla? Ho fatto una videochiamata nello spogliatoio, abbiamo festeggiato insieme. Ho sentito il mio amico Armando Sciacca, il fisioterapista, e gli ho detto: “Sono pronto a parlare coi ragazzi, facciamolo”. È stato bellissimo».
Perché il Milan deve credere allo scudetto?
«Perché la società ha fatto un grande mercato. E chi c’era già è partito alla grande, come Pulisic. Tra un mese capiremo meglio: se il Milan sarà ancora tra le prime e la classifica resterà corta, vedo punti di contatto con il mio scudetto».
Qual è il punto di forza?
«L’attacco. Sono andato via io ma hanno diversificato bene… Morata, Abraham, Rafa, Pulisic, Jovic, Okafor, Chukwueze. Quanti sono, sette? Non so se in Italia e in Europa ci sono squadre che possono vantare tanta varietà e complementarietà».
Ibra ha spiegato che lui è il boss.
«E dove sta la novità? Ibra è Ibra, anche da dirigente. Conosce molto bene il calcio e il Milan soprattutto. Se scegli Zlatan, come ha fatto RedBird, devi fidarti: Ibra deve avere carta bianca».
Sappiamo che in futuro le piacerebbe diventare ds: se un giorno tornasse al Milan così?
«Il Milan è uno dei più grandi club al mondo e io con quella maglia ho vissuto momenti indimenticabili. Ne sarei felicissimo. Ma non voglio problemi con il mio amico Ibra eh! Di sicuro rimarrò sempre un grande tifoso rossonero».
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