L’a.d. Fassone e il suo staff hanno prodotto un documento di 150 pagine discutendolo a novembre a Nyon davanti alla commissione presieduta dall’ex primo ministro belga Yves Leterme. In realtà il Milan ci aveva già provato a giugno, poco dopo il passaggio di quote da Fininvesta Li Yonghong, ma i ricavi commerciali attesi dal mercato cinese (oltre 200 milioni annui a regime, nel 2021) erano decisamente fuori mercato, le informazioni sull’assetto azionario scarne e la stessa Uefaaveva invitato i rossoneri a ritirare il piano, emendarlo e ripresentarlo in autunno. Così è stato.
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Le Rivali / GdS – Voluntary Agreement, la Uefa boccia il Milan. Gli scenari…
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Secondo La Gazzetta dello Sport, i commissari hanno espresso apprezzamento per il lavoro di analisi – i ricavi dalla Cina sono stati ridimensionati a 30-40 milioni nel 2018, comunque elevati – ma hanno chiesto un supplemento di informazioni. I nodi? Oltre alle permanenti incertezze su Li Yonghong, il rifinanziamento del debito con Elliottin discussione. Il Milan sperava di ottenere un sì condizionato a dei covenant (paletti), ma l’Uefa avrebbe preteso la chiusura del rifinanziamento (tuttora in trattative), anche perché è un’operazione che lega a doppio filo la società e la proprietà (Elliottha prestato 123 milioni al club e 180 a Li, da rimborsare con gli interessi a ottobre).
Evidentemente le informazioni fornite non sono bastate, perché ha pesato in maniera negativa il contesto di incertezza che avvolge l’intera operazione rossonera firmata da Li Yonghong, uomo d’affari su cui in Cina si sa poco o nulla e che recentemente è finito nel mirino del New York Times, in particolare per la misteriosa miniera di fosforo. L’appesantimento del bilancio 2017-18 (e di quelli successivi) per via della sontuosa campagna acquisti dell’estate ha aggiunto un ulteriore elemento alle valutazioni di Nyon.
E adesso cosa succede? Niente moratoria, il Milan verrà sanzionato dall’Uefa. Ma sull’entità della pena è presto per sbilanciarsi. La fotografia attuale induce a ritenere che il club rossonero potrebbe avere qualche difficoltà a rientrare nei requisiti richiesti per il settlement agreement, cioè il patteggiamento a cui sono state sottoposte già Inter e Roma. Ma l’Uefa esaminerà il caso più avanti. In teoria, chi non rispetta i vincoli del fair playUefarischia una serie di conseguenze che vanno dalle multe all’esclusione dalle coppe. Il settlement agreement prevede delle sanzioni calmierate in termini, per esempio, di limitazioni alle rose e alle spese sul mercato e impone obiettivi di bilancio specifici. Siamo pur sempre in un campo sanzionatorio, alternativo appunto al voluntary agreement su cui il Milan sperava per dare seguito al progetto di Li Yonghong. La bocciatura dell’Uefa rende ancor più complicata e tortuosa la strada intrapresa la scorsa primavera dalla nuova proprietà, già reduce dalle difficoltà di un’acquisizione a rate e costellata da ritardi, salvata solo grazie al maxi-prestito del fondo speculativo Elliott.
(Fonte: Marco Iaria, La Gazzetta dello Sport 7/12/17)
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