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le rivali
Dopo quattro mesi di assenza, causa infortunio al tallone destro per una fascite plantare, il guerriero della retroguardia novarese, Andrea Lisuzzo, durante la conferenza stampa odierna dal centro sportivo di Novarello, ha parlato della condizione fisica e mentale della squadra, che si appresta ad affrontare l' Inter nella prossima giornata di campionato: "Se sentiamo il bisogno di metterci fisicamente a posto? Io si, io in questo momento più che bisogno non sento di lamentarmi perchè si lavora il doppio, personalmente fa piacere perchè devo riprendere quello che ho perso. Non sono nella posizioe di poter dire non va bene, anche perchè la classifica è quella che è, sono stato femro 4 mesi e quindi in questo momento più mi alleno e meglio è. Almeno sto accanto a quello che veramente mi piace fare. Mi avvicino più alla condizione della partita.
Se è stata dura stare fuori? La situazione con l'intervento è scongiurata? Si l'intervento chirurgico, è stato risolto egregiamente. Non ci sono state complicazioni,anzi, rispetto al protocollo del dottore sono praticamente rientrato con un mese di anticipo ed è andata a gonfie vele. Nella disgrazia, ho avuto la fortuna di aver trovato forse il medico numero uno al mondo, e la bravura e la testardaggine di volermi operare da lui. L'intenzione di guarire prima a me non è mai mancata, mi sono allenato e ho fatto altro anche quando non c'era bisogno, e due giorni dopo l'operazione per me era tutto in fase di discesa.
Se il Novara ha bisogno della mia grinta? In due partite abbiamo preso due goal, ma non è perchè giocavo io, ma perchè la mentalità della squadra era forte. Avevamo bisogno di una scossa, però questa doveva venire prima della decisione di mandare via mister Tesser, questa scossa doveva venire all'interno di ogni giocatore e invece ci è voluto un cambio tattico, e magari un po' d'orgoglio per parlare con i tifosi, perchè bastava solo un po' di concentrazione in più. Per quanto mi riguarda, il Lisuzzo che conosco io, che vedo ogni tanto nei dvd degli anni passati non è morto. E' ancora questo, adesso mi occupo di limitare i danni, avere il senso della posizione, a stare nel punto giusto e di sicuro il fiato per richiamare i compagni ce l'ho, quindi quello lo faccio. La mente domina il corpo, in questo momento c'è più un problema mentale che fisico, e quindi spero di avere più in là entrambi".
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