L’uomo del momento, in casa Milan, è Manuel Locatelli, talento cristallino che - a soli 18 anni - sta dimostrando di valere il centrocampo (e la regia) del club rossonero. La Gazzetta dello Sport in edicola oggi lo ha intervistato, piazzando 'il gioco del Loca' in prima pagina. Ecco gli stralci più importanti.
le rivali
Locatelli: “Chi toglierei all’Inter? Icardi. Dura studiarli, ma la questione è solo una…”
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il milanista Manuel Locatelli ha parlato del derby e dei cugini nerazzurri
In cosa deve migliorare maggiormente? «Fisicamente, e nella gestione della palla. In Primavera è più facile, in prima squadra è tutta un’altra cosa. Il mio obiettivo è dimostrare che in questo Milan ci posso stare».
Quando si rivede le capita di pensare che non sia così? «Diciamo che a volte capita che mi vada a rivedere i due gol perché ancora non ci credo. E mi vengono i brividi».
Se lei fosse l’allenatore di se stesso, avrebbe avuto lo stesso coraggio di Montella? «Lui ha visto che “andavo” in allenamento. Lo dico senza essere presuntuoso: la scommessa l’avrei fatta anch’io. E comunque la sua gestione è stata oculata. Prima mi ha fatto entrare un po’ di volte dalla panchina, poi l’infortunio di Montolivo ha accelerato il processo. Ma è stata una gradualità importante».
Quando lei entrava a gara in corso, Montolivo doveva spostarsi di posizione: non si sentiva un po’ in imbarazzo? «No perché erano semplici dinamiche di gioco. E poi non sono tipo da timori reverenziali. Riccardo è una guida, un esempio, uno dei miei modelli, come Pirlo».
Montella che cosa le dice in particolare? «Di fare quello che so, di giocare semplice come in allenamento. E di stare tranquillo».
E’ una parola. A Galliani nel pensare a lei è scappato il nome di Rivera, mentre Berlusconi l’ha definita il nuovo Pirlo. «Accostamenti bellissimi. Berlusconi mi ha stupito molto. Quando ero ancora in Primavera si fermò da me e mi disse: “Mi hanno raccontato che sei molto forte...”. All’inizio era tutto un sogno, ma ora che sto iniziando a realizzare quel che accade, so anche di aver commesso degli errori. Con la Juve, per esempio. Tutti hanno parlato del mio gol, ma ho perso qualche brutto pallone. Sono cose che mi vado a rivedere per capire dove ho sbagliato».
Ventura l’ha appena chiamato per il prossimo stage. «Sono felice, ma facciamo un passo alla volta. Sto giocando con l’Under 19 e va benissimo così. Da Ventura non mi aspetto nulla, penso al presente e a restare coi piedi per terra».
Lei è nato l’8 gennaio 1998. Lo sa che è lo stesso giorno di un Milan-Inter 5-0 di Coppa Italia? «Confido che sia di buon auspicio. All’Inter ho già fatto un gol, quando ero nei Giovanissimi. Stop di petto e tiro da fuori area».
Chi toglierebbe ai nerazzurri? «Icardi, perché vede la porta benissimo. Questa Inter è difficile da studiare perché ha cambiato tecnico. Ma la questione in realtà è una sola: la partita dobbiamo farla noi. E Montella è bravissimo a preparare questo tipo di sfide».
Uno degli slogan di questo derby è «Milan italiano contro Inter forestiera». Le piace? «Il progetto giovani e italiani è molto bello e bisogna dire grazie a Berlusconi e Galliani. Il segreto del nostro settore giovanile è nelle persone. Loro sono i massimi dirigenti, poi ci sono figure fondamentali come Filippo Galli e De Vecchi, un allenatore che mi ha insegnato tanto».
Lei, Donnarumma, Calabria, Romagnoli, De Sciglio: che cosa le dicono questi nomi messi insieme? «Che con noi il Milan ha un bel progetto per i prossimi dieci anni. Sta venendo fuori qualcosa di importante».
Lei e Donnarumma avete diversi punti in comune. «Ci siamo conosciuti negli Allievi, siamo amici veri. Lui è un fenomeno. Insieme lavoriamo e scherziamo sempre ed è vero, abbiamo tanti punti di contatto. Ma non sulla musica: quando attacca con le sue canzoni napoletane io mi metto le cuffie...».
Ora che è calciatore, quali sono gli obiettivi? «Personalmente, continuare così. Come squadra, tornare in Europa».
(Fonte: Gazzetta dello Sport)
© RIPRODUZIONE RISERVATA