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le rivali
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A TMW Radio, il giornalista di Sky Luca Marchetti parla anche di Paulo Fonseca e del momento del Milan.
“Non rischia nessuno per ora, i problemi del Milan non sono di natura tattica ma di spogliatoio. Fonseca non è un allenatore scarso, ma bisogna vedere con che spirito le sue idee tattiche vengono poi applicate. Se il gruppo non è allineato la responsabilità è dell’allenatore, se ci sono problemi di disciplina riguarda l’allenatore. In casa Fiorentina questi problemi non ci sono stati, Kean ha tirato il rigore nonostante il rigorista fosse Gudmunsson, ma non si è creato un problema perché ha vinto la partita. Non si possono tirare fuori i problemi solo quando si perde, il Milan oggi è su un ottovolante non è in caduta libera. È in grado Fonseca di risolvere questi problemi? È in grado questa società di supportare Fonseca? Un anno è colpa di Pioli, un anno è colpa di Fonseca, ma non è che forse alla fine il problema non è l’allenatore? Stiamo parlando di tutto questo solo perché De Gea ha parlato due rigori”.
Dovrebbe intervenire la società per sostenere l’allenatore?
“Purtroppo il problema del Milan secondo me è questo, non c’è una figura dirigenziale di riferimento. Nella Juventus c’era il dirigente di riferimento lo scorso anno, ma le critiche all’allenatore sono arrivate lo stesso. Per funzionare una società deve funzionare una catena di comando, l’allenatore è la figura più debole e per questo deve essere protetto dai dirigenti, a meno che tu non abbia un allenatore così forte da proteggersi da solo e da scegliersi i dirigenti, come successo con Conte a Napoli. L’allenatore in difficoltà non ha un interlocutore, è successo a Napoli lo scorso anno. Quando non c’è una figura di riferimento ti serve un allenatore tanto bravo che possa farne a meno, sono grandi allenatori che accentrano su di sé tutte le scelte e sono catalizzatori.
Fonseca è un ottimo allenatore di campo, ma non un catalizzatore. Alcune cose non stanno funzionando come la linea difensiva alta, ma con chi si confronta Fonseca oltre al suo staff? Una figura di riferimento vedendo il Milan dall’esterno sembra mancare. Quando le cose funzionano la leadership dell’allenatore e dello spogliatoio vanno nella stessa direzione, adesso sembra che vadano in direzioni parallele. Aggiungiamo poi le prestazioni dei singoli, io posso preparare benissimo la partita ma se i tre giocatori principali mi cannano la partita io perdo lo stesso. Se Tomori non va a vuoto sul lancio di De Gea il Milan pareggia, se Leao avesse giocato anche il primo tempo magari il Milan la vince. Bisogna responsabilizzare anche i singoli, altrimenti l’allenatore diventa sempre un alibi”.
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