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le rivali
Leonardo Bonucci è un soldato. Il gol del 3-2 alla Roma non era un gol, ma il colpo di grazia al nemico, la bandiera issata sul campo di battaglia. Il «soldato Bonucci» è la creazione diAlberto Ferrarini, professione motivatore, il «coach della mente», che da sei anni ha riplasmato la testa del difensore bianconero. Quei tweet del dopo partita, «sciacquatevi labocca» e «conta solo vincere». Diretta conseguenza dei metodi di Ferrarini: «Voglio che la maglia di Leo a fine partita sia sporca di sudore, fango, erba. E sangue, se serve». Quel sangue che rischia di volare quando il mental coach porta Bonucci nella sua cantina, al buio, e lo offende, riempiendolo di pugni allo stomaco in caso di reazione.Tutto serve per forgiare il carattere emotivare. Come le caramelle all’aglio che Ferrarini ha fatto mangiare a Bonucci prima di Juve-Roma: «I soldati centinaia di anni fa mangiavano l’aglio per mantenersi forti, sani e lucidi in battaglia. Leo è un soldato, e mangiando quelle caramelle è come lo avessi fatto tornare alle sue origini. Gli ho detto anche di alitare in faccia a Gervinho e Totti…». In un Paese come il nostro due così ce li ritroveremo in Parlamento a breve scadenza. Sicuro.
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