- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
le rivali
Intervistato da Ultimo Uomo, l'esterno italo-brasiliano della Roma Emerson Palmieri, sulla via del completo recupero dall'infortunio al crociato, è tornato a parlare del rapporto con i due allenatori in giallorosso che gli hanno permesso di mettersi in mostra:
"Spalletti si è fidato di me nel momento in cui tutti avevano perso fiducia. Se oggi sono considerato un giocatore importante lo devo a lui. Quando è andato via sono stato triste, è normale. Quando una persona che ti vuole bene va via ovviamente ti rende triste ma il mondo del calcio è così, ora siamo avversari. Di Francesco? Il mister insiste molto per giocare sugli esterni. Quando abbiamo giocato contro il suo Sassuolo era difficile difendere sulle fasce. Lui mi è molto vicino, mi aiuta e mi spiega cosa vuole da me. Cosa mi chiede? Di dare ampiezza, offrire sempre un’opzione in più in attacco, ma senza perdere di vista la fase difensiva".
SULL'ESPULSIONE CONTRO IL PORTO - "Ho commesso un errore grave: è importante che lo riconosca. In quel momento tutti mi dicevano che non potevo giocare nella Roma, così mi sono seduto con Spalletti per decidere il mio futuro. Il mercato era aperto e magari potevo andare in prestito da qualche parte. Ma col mister abbiamo deciso che sarei rimasto per dimostrare il mio valore. Quando cominci a giocare, prendi fiducia, ne giochi 5-6 di fila, è normale che le cose iniziano a uscire".
© RIPRODUZIONE RISERVATA