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Reja: “Il FPF ha penalizzato, la vera Inter si vedrà  il prossimo anno. Su Hernanes…”

In vista della sfida di domani tra Inter e Lazio, il tecnico biancoceleste Edy Reja è intervenuto nella conferenza della vigilia: Un commento sui Giovanissimi Regionali a Lisbona: “E’ piacevole che la Lazio abbia ricevuto questo...

Francesco Parrone

In vista della sfida di domani tra Inter e Lazio, il tecnico biancoceleste Edy Reja è intervenuto nella conferenza della vigilia:

Un commento sui Giovanissimi Regionali a Lisbona:

"E' piacevole che la Lazio abbia ricevuto questo invito, si vede che c'è una riconoscenza per questa società. Stiamo lavorando benissimo con il settore giovanile. Se vogliamo avere continuità è chiaro che bisogna aumentare gli sforzi fatti fino adesso, anche per migliorare in ambito nazionale".

Anche domani la formazione la fa il medico?

"Sì, ci sono state delle sorprese ieri e l'altroieri. Dispiace, fin da quando sono arrivato ho avuto problemi del genere. C'è stata la Coppa Italia, l'Europa League. Giocando ogni 3 giorni a lungo andare la fatica si fa sentire. Soprattutto a livello difensivo alcuni giocatori ultimamente erano sempre presenti, ora devo cambiare tipo di gioco. Oggi ci sarà la rifinitura, non vorrei venisse fuori qualche altro problema. Candreva ieri si è allenato con noi, però è un giocatore che non si risparmia mai ed è un po' affaticato. Oggi se mi darà la disponibilità al 100% deciderò se impiegarlo o meno, devo ancora decidere l'assetto tattico. Dietro giocheremo sicuramente a tre".

Le battute nell'intervista di ieri?

"Quella di ieri è stata una chiacchierata semplice, poi qualcuno che ha già preso una linea di posizione cerca di stravolgere il contenuto delle mie parole. E' impossibile che quattro quotidiani mettano un'intervista sobria e un altro cambi il tipo di lettura. Io non ho fatto nessun tipo di battuta, io posso dire umilmente che da quando sono arrivato ho fatto 33 punti, con un campionato intero sarebbe stato Europa League. Sento sempre chiacchiere su di me, di un possibile cambio di allenatore. Anche in passato qui ho fatto bene, a partire dal primo anno. Poi sono arrivato quarto insieme all'Udinese, lo stesso l'anno dopo dove abbiamo messo dietro la Juve, la Roma e altre squadre di questo calibro. Non vedo riconoscimenti, gratificazione per me e per i miei giocatori. Non è un ambiente facile, anche se stiamo facendo degli ottimi risultati. Dispiace per questo ultimo periodo, il destino era nelle nostre mani. Con il Torino e Verona non siamo riusciti a centrare l'obiettivo, che però non era facile. Nel girone di ritorno ci sono sempre partite più impegnative rispetto all'andata perché tutte le squadre lottano per qualcosa. Noi siamo riusciti a fare molti punti lo stesso, ma qui si critica sempre. C'è ancora una minima percentuale e cerchiamo di giocarcela nonostante le tante difficoltà. Non si può lavorare in questa maniera, bisogna cambiare atteggiamento anche nei miei confronti. Allo stadio quando viene fatto il mio nome vengo fischiato. Ma perché? Come dite voi 'ma de che stamo a parlà?'. Questo credo di poterlo dire".

Lei potrebbe diventare direttore tecnico o vuole continuare a fare l'allenatore?

"Ho sempre fatto l'allenatore e mi sento in condizione di farlo. Basta vedere quello che ho fatto negli ultimi 10 anni, sono nelle condizioni di poter fare ancora bene. Poi non dipende da me, ma dal Presidente. Una volta deciso parleremo del futuro. Ci sono allenatori che hanno 2-3 anni di contratto e magari chiudono prima il rapporto. Penso di chiudere una volta per tutti questi discorsi relativi a un altro ruolo".

I fischi potrebbero farle cambiare idea per il futuro?

"Mi cheido possibile che ogni volta che fanno il mio nome partono dei fischi? Però sono abituato, ormai non è un problema. Non vado in cerca di applausi, di questo periodo è difficile riceverli. Ma uno si rende conto anche di quello che fa durante la settimana. Abbiamo centrato se non altro di avere un obiettivo raggiungibile fino a fine campionato, altrimenti sarebbe stato completamente disastroso. E' vero che la Lazio merita maggiori soddisfazioni di queste, ma credo che nel ritorno abbiamo fatto bene. Ancora non è finito, abbiamo ancora una piccola percentuale, quindi dobbiamo andare lì per vincere. Non vado a mettere in campo giocatori che non sono in condizione, mi serve gente che battaglia e che sia nella migliore forma".

Con Hernanes in più sarebbe stata Europa League? Felipe Anderson può diventare come lui?

"Hernanes lo conoscete tutti, è stato spesso fondamentale. Sento spesso dire che con me non andava d'accordo, ma sono chiacchiere da bar. Nel primo anno magari non aveva i 90 minuti e spesso l'ho cambiato, ma anche con Petkovic è stato spesso sostituito. Non so se con lui avremmo raggiunto l'obiettivo, io ho dovuto inventare spesso le formazioni per dare equilibrio. Ho giocato con false punte, con due esterni, con 3 dietro. Ho dovuto trovare assetti tattici diversi, ma i risultati sono sempre venuti. Abbiamo perso a Napoli e a Genova ma giocando a tratti un calcio piacevole. Poi magari in altre gare come quella di Catania non abbiamo giocato. Come faccio a dire se con Hernanes ce l'avremmo fatta? Io devo tenere quanto di buono fatto in questo periodo. Felipe Anderson sta lavorando, ha mezzi tecnici importanti, sta trovando ora una dimensione e sta trovando sicurezze. Da qui alla fine mi piacerebbe metterlo dall'inizio, è sicuramente un potenziale per il futuro della Lazio anche se ha bisogno ancora di un po' di rodaggio. In futuro potrà essere molto utile".

Come preparerà i giocatori a livello mentale per queste ultime due partite?

"Non è solo un discorso tattico, ma anche mentale. Un tecnico deve attuare queste cose, fare dei discorsi individuali durante tutte la settimana per trovare le motivazioni adeguate. Poi ci sono giocaotri di maggiore personalità rispetto ad altri, ma un allenatore deve sapersi confrontare con tutti per trovare delle sicurezze".

Klose dal primo minuto?

"Ha lavorato in settimana, ha fatto ottimi allenamenti e potrebbe partire dall'inizio. Ma non ho ancora deciso, dipende da come giocherò, se con le due o le tre punte. Sono valutazioni che farò oggi".

Con la difesa a tre Pereirinha e Gonzalez? Cavanda come ha reagito ai rimproveri?

"Cavanda non verrà convocato, andrò avanti con Gonzalez e Pereirinha. Nella zona centrale del campo dovrò valutare chi far giocare, sia a metà campo che in avanti".

La difesa?

"Quando uno si allunga e gioca in proiezione offensiva e accompagna sia con i due centrocampisti che con gli esterni concede qualcosa in più. Quando sono venuto il problema maggiore erano i pochi gol fatti, quindi ho dovuto trovare una soluzione. Davanti abbiamo ottenuto buone performance, questo però può compromettere qualcosa dietro. Spesso ci sono state disattenzioni ed errori individuali. Dal punto di vista tattico non posso chiedere a Keita di fare il terzino, anche Candreva può occupare uno spazio ma non posso chiedergli di recuperare le palle. Ho cercato di trovare soluzioni in avanti, è chiaro che però a volte sei costretto a scoprirti. Quando si trovano giocatori come Iturbe bisogna sparargli con il fucile per fermarli, bisogna anche considerare la qualità degli avversari".

Mazzarri e l'Inter?

"Hanno iniziato fortissimo, poi hanno avuto un calo così come tutte le squadre che sono in fase di ricostruzione. Chi ha operato secondo il fairplay finanziario quest'anno ha avuto un po' di difficoltà. A parte la Juventus e la Roma, le altre squadre hanno cercato di operare sul mercato risparmiando. Io credo che la vera Inter si vedrà nel prossimo anno, ma credo che siano sulla strada giusta e che stiano cercando giocatori di qualità. Non so come Mazzarri intenderà giocare, ma sicuramente chiederà i giocatori che faranno al caso del suo sistema di gioco".