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le rivali
Il calcio secondo Montella è possesso palla, pressing offensivo, controllo della partita. In poche parole: imporre se stessi. Per Mazzarri, è l’opposto. Si specula sull’avversario e si colpisce cattivi. In contropiede. Per questo, probabilmente, Vincenzino ha sempre faticato a portare a casa la vittoria contro il tecnico dell’Inter. La sensazione, per esser chiari, è che la filosofia dell’uno (Mazzarri) sia perfetta per mettere in crisi quella dell’altro. Eppure, c’è da giurarci, la Fiorentina non cambierà di una virgola. Quella è l’idea, e quella si segue. Lo ha detto lo stesso aeroplanino, alla vigilia. «Siamo stati costruiti per giocare così, non possiamo cercare altre strade». E allora avanti con la ricerca del controllo. Per averlo, va da sè, bisogna avere in mano prima di tutto il centrocampo. Per questo, stasera, i viola dovrebbero presentarsi col 4-3-1-2. Un rombo con quattro centrocampisti puri. Aquilani, Pizarro, Borja Valero e, come vertice alto, Mati Fernandez. L’unico dubbio riguarda lo spagnolo. Non è al meglio, ed è in ballottaggio con Kurtic. L’obiettivo è evidente. Creare un movimento continuo nella speranza di eludere l’aggressione dei mediani dell’Inter.
Mazzarri infatti (oltre a Kovacic) ha scelto Medel e M’Vila. Due cagnacci veri, pronti a mordere le caviglie dei palleggiatori della Fiorentina. Là davanti, invece, spazio a Babacar e Cuadrado. A loro il compito di impegnare Ranocchia, Vidic e Juan Jesus. Forti, certo, ma lenti. È con la velocità, quindi, che i ragazzi di Montella possono pensare di far male. E poi gli esterni, chiave del gioco nerazzurro. Giocheranno Dodò (a sinistra) e D’Ambrosio. A contenerli dovranno pensarci Tomovic e Alonso. A Gonzalo e Savic, invece, la missione più complessa: limitare Osvaldo e Palacio, in vantaggio su Icardi.
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