"E se la Juve fosse questa?". Se lo chiede oggi Repubblica, che analizza la partita persa ieri dai bianconeri per 1-0 contro l'Udinese
"E se la Juve fosse questa?". Se lo chiede l'edizione odierna di Repubblica, che analizza la partita persa ieri dai bianconeri per 1-0 contro l'Udinese: l'Inter ora è distante 7 lunghezze e inoltre ha una partita da recuperare contro l'Atalanta. Ecco l'analisi del quotidiano: "E se l’improvvisa debolezza che le è precipitata addosso dall’Empoli all’Udinese, passando per l’Inter, stesse in realtà rivelando qualcosa che i tanti ma faticosi risultati positivi, messi insieme in qualche modo uno dopo l’altro, avevano invece nascosto? Le risposte le darà il tempo. Per il momento ci sono solo quelle, brusche, della classifica: l’avversario oggi è l’altra Milano, quella rossonera. L’obiettivo, il secondo posto. «È un momento particolare» dirà alla fine Allegri. «Dobbiamo rimanere sereni e non sminuire il lavoro fatto fin qui: forse abbiamo fatto più punti di quelli che pensavamo. Questa è una squadra con giocatori di poca esperienza per vincere il campionato».
La Juve ha giocato in modo sconcertante. I suoi attacchi mononota hanno battuto quasi soltanto sul tasto Cambiaso, un’insistenza che ha prodotto i rari pericoli creati all’Udinese, nel frattempo però già passata in vantaggio con una punizione velenosa di Samardzic che ha ingannato Bremer e costretto Alex Sandro a una goffa respinta addosso a Giannetti (di nome fa Lautaro, che crudeltà), prontissimo a segnare il suo primo gol italiano. La Juve ci ha messo un po’ a modificare il copione, o forse non ne aveva uno. Non ha pressato l’Udinese per rubarle palla alla svelta o indurla all’errore, lasciando che i ritmi fossero quelli della squadra che aveva voglia e bisogno di far passare il tempo, e si è così ritrovata in una partita che non era la sua, con uno smisurato possesso palla (70%) da gestire, spazi esigui nei quali muoversi e un bisogno di fantasia spasmodico ma irrisolto (Chiesa ha sbattuto sul primo avversario puntato, al massimo sul secondo) persino con Yildiz, anche se la prima cosa che Allegri ha sostituito è stato il modulo, passando a uno strano 4-3-3 con Weah terzino e Cambiaso ala, entrambi a destra, e Chiesa tutto a sinistra, perché nei dintorni di Milik non stava trovando un buco. Laggiù sulla fascia ha fatto però di peggio, ma tutta la Juve è peggiorata con i cambiamenti, incluso il 4-2-4 (Mc-Kennie terzino, stavolta) arrangiato per dare spazio anche a Yildiz: in tutto il secondo tempo i bianconeri non hanno abborracciato neanche un’azione pericolosa se non un tocco sottomisura mancato da Yildiz dopo l’ennesima giocata intelligente di Cambiaso, chissà poi perché sacrificato per dare spazio al giovane Cerri, un centravanti spilungone che avrebbe avuto bisogno di cross. Cross? E di chi?