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"Non è obbligatorio fare lo stadio a San Donato e chi decide sono le società, dato che le risorse sono loro, però a San Donato l'iter è avviato, a Milano devono ricominciare quasi da zero".
Lo dice all'Adnkronos Francesco Squeri, sindaco di San Donato Milanese, all'indomani del vertice al Ministero della Cultura sul futuro di San Siro. "Nessuno di noi sapeva che ci sarebbe stata la visita a Roma di due ministri Giuli e Abodi. Non sono obbligati ad avvisarci, ma l'abbiamo saputo dai telegiornali. Un po' di stupore c'è", racconta il primo cittadino del Comune in cui il Milan ha comprato nel febbraio scorso un'area da poco meno di 300mila metri quadrati su cui costruire il suo nuovo stadio.
"In realtà - ammette - "io capisco che un progetto così importante comporta avere un piano A e un piano B e sapevamo che le due società non avevano chiuso con Milano, ma su San Donato c'è un accordo di programma e stiamo andando avanti, sono coinvolti Regione Lombardia, Città Metropolitana e Ferrovie dello Stato".
Per questo all'indomani dell'incontro al Mic, terminato con la promessa di un imminente presentazione di una manifestazione di interesse da parte di Milan e Inter per la costruzione di un nuovo stadio nell'area di San Siro, vicino all'attuale Meazza, l'amministrazione comunale di San Donato ha scritto ai vertici del club rossonero. "Oggi gli abbiamo chiesto un incontro e penso che domani ci comunicheranno la data", fa sapere Squeri.
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