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Come è andato il ritiro con Thiago Motta?
—«Benissimo, il mister è una persona squisita. Mi è sempre stato vicino, mi ha supportato, allenato e dato tanti consigli. Poi scherzava molto con me: “Tu non te ne vai via da qui se non lasci 70 milioni” (ride, ndr). La verità è che Thiago voleva che io restassi alla Juve, mi vedeva benissimo nei suoi piani e nel suo attacco. Ma ormai la decisione della Juve era stata presa: servivo per fare cassa, l’ho accettato e a quel punto non vedevo l’ora di andare via. Non rimpiango nulla della mia esperienza alla Juve dove sono stato benissimo, giusto quell’addio a gennaio inaspettato».
Alla terza giornata tornerà allo Stadium.
—«E non vedo l’ora. Non per vendicarmi, ci mancherebbe, ma per dimostrare che in quella Juve avrei potuto comunque far bene. Mi farà piacere poi rivedere Thiago che mi ha detto scherzando “Metto Gatti su di te così ti mena”. Ormai il bianconero è il passato, i giallorossi sono il presente e il mio futuro, un punto di arrivo per me. Ah, naturalmente voglio vincere quella partita per la Roma per la quale ho anche sofferto».
Chi deve ringraziare per essere qui alla Roma?
—«I Friedkin che hanno spinto per avermi, così come De Rossi e la dirigenza: Lina Souloukou e Florent Ghisolfi che hanno lavorato tanto per portarmi qui. Devo dire grazie anche al mio procuratore Martin Guastadisegno che mi è stato vicino per tutto questo periodo. E naturalmente alla mia famiglia. Senza di loro non sarei arrivato fin qui. Hanno cambiato la loro vita per me».
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