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Allegri resta?
—“Le possibilità sono 50 e 50: il nuovo diesse e il valzer delle panchine europee sono variabili determinanti e ancora ignote, non mi sbilancio".
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le rivali
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Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Alessio Tacchinardi, ex centrocampista della Juventus, ha fatto un bilancio della stagione della Juventus:
“Non può che essere negativo: per il secondo anno di fila non sono arrivati trofei, e la squadra ha zoppicato sia a livello di gioco che di continuità. Due immagini sono molto significative: la semifinale di ritorno di coppa Italia con l'Inter e la sconfitta con l'Empoli, due partite che potevano far svoltare l'annata e in cui la Juve è clamorosamente mancata. Prendiamo la partita con i toscani: la squadra ha appena saputo del -10, ma i calcoli sono presto fatti. Se vince con l'Empoli e poi fa altri tre punti nello scontro diretto col Milan la Champions è a un passo, almeno sul campo. E invece no, brucia malamente questa enorme possibilità e nel dopo gara sento parole di resa e rassegnazione".
“Ognuno allena come crede, alcuni, come Mourinho, si attorniano di uno staff giovane che porta anche metodi nuovi. Quando la Juve lo ha voluto, sapeva che Allegri è un risultatista e quale sia la sua visione del calcio, molto poco incline allo spettacolo. Quel che è certo è che il calcio cambia alla velocità... dei cellulari. Solo pochi anni fa l'Empoli non avrebbe certo giocato uomo contro uomo...".
“Non credo, con un contratto così importante e una penalizzazione di mezzo. Piuttosto non escluderei che Allegri possa ricevere chiamate allettanti da squadre di prima fascia, tipo Real o Psg".
“Le possibilità sono 50 e 50: il nuovo diesse e il valzer delle panchine europee sono variabili determinanti e ancora ignote, non mi sbilancio".
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