Fikayo Tomori, intervistato dal Corriere dello Sport, ha parlato così dello Scudetto vinto dal Milan.
le rivali
Tomori: “Ora vogliamo la seconda stella. Con l’Inter la partita della svolta. Lautaro…”
Fikayo Tomori, intervistato dal Corriere dello Sport, ha parlato così dello Scudetto vinto dal Milan
È d’accordo con quello che si dice, ovvero che il Diavolo non era la squadra più forte, ma è stata la squadra che meritava di più lo scudetto?
«In realtà noi sapevamo sin dall’inizio di essere forti e che potevamo vincere. Quando sono arrivato, un anno e mezzo fa, eravamo primi in classifica e avevamo come obiettivo un posto in Champions. L’abbiamo raggiunto, ma senza prenderci lo scudetto. E’ stato naturale, quindi, cominciare questa nuova annata con il proposito di portare a casa un trofeo. Ripeto è una sensazione bellissima. E mi fa ancora più piacere, perché qui mi trovo alla grande. Mi riferisco alla società, ai miei compagni e pure alla città».
Cosa ha pensato alla fine della partita con il Sassuolo, quando ha visto la Coppa a bordo campo?
«Mi sono sentito come un bambino che stava realizzando il suo sogno. Non mi era mai accaduto di avvertire quel tipo di sensazione. Stavo davvero cominciando a rendermi conto di ciò che avevamo fatto. E’ stato il coronamento di un lavoro durato mesi. Sento davvero molto questa maglia. E a mio avviso è una vittoria assolutamente meritata».
Questo scudetto può essere l’inizio di un ciclo per il Milan?
«Adesso sappiamo cosa ci vuole per vincere. Quindi dobbiamo andare avanti allo stesso modo anche il prossimo anno. Vogliamo confermarci campioni, conquistare più trofei possibile e fare meglio in Champions. Avremo ancora più fame e saremo ancora più forti, ne sono sicuro».
Il prossimo tricolore vorrebbe dire seconda stella...
«Ce ne manca soltanto uno, ci proveremo sicuramente».
E in Europa, invece, cosa servirà per fare strada?
«Tante cose. Penso all’esperienza, ad una qualità maggiore, magari qualche giocatore in più. Serve tutto: anche la fortuna e certi arbitraggi... Avremmo già voluto ottenere di più in questa stagione, perché ci sentivamo comunque all’altezza. Peraltro era trascorso tanto tempo dall’ultima volta del Milan in Champions. Ma l’anno prossimo arriveremo all’appuntamento ancora più preparati e sono convinto che riusciremo a fare meglio».
C’è stata una partita della svolta nel campionato del Milan? L’opinione comune è che sia stato il derby di ritorno, con quel ribaltone nel finale.
«Sì, quella contro l’Inter sicuramente. Ma penso anche a quella con la Lazio (gol vittoria di Tonali nel recupero, ndr). Sono stati diversi i momenti in cui abbiamo avuto la forza per reagire alle difficoltà e portare a casa il risultato».
E allora la partita più complicata?
«Quella persa in casa con il Napoli, perché era il mio compleanno (risata, ndr). A parte gli scherzi, è stata più difficile quella vinta al Maradona e poi quelle con l’Inter e con la Juve. E non dimentico nemmeno le sfide con l’Udinese (due pareggi, ndr): sono molto fisici ed è difficile metterli sotto».
Passiamo agli avversari allora, c’è un attaccante che l’ha messa in particolare difficoltà?
«Più di uno. Mi vengono in mente Lautaro, Immobile, Osimhen e pure Beto dell’Udinese. Anche lui è forte e corre molto. Ce ne sono diversi in serie A, ma i campioni siamo noi...».
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