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Zaccheroni: “Milan forte, Juve mentalmente da ricostruire: alcuni giocatori non sono più…”

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Alberto Zaccheroni, ex allenatore di Milan e Juventus, ha parlato così del big-match di domani

Matteo Pifferi

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Alberto Zaccheroni, ex allenatore di Milan e Juventus, ha parlato così del big-match di domani:

"A San Siro sarà una gara molto aperta, e molto dipenderà da quel che succederà ad inizio partita. Partire male potrebbe poi condizionare l'intero match. Credo che sarà il Milan a fare la partita: darà grande intensità e ritmo a centrocampo, consapevole che la Juve in mezzo va a corrente alterna. I bianconeri dovranno stare molto raccolti ed evitare di concedere spazi e ripartenze al Milan. I rossoneri lasciano però qualcosa in difesa e la Juve potrebbe approfittarne".

Fra Milan e Juve chi sta meglio o meno peggio?

"Nessuna delle due sta benissimo. Però la Juve venendo da due vittorie è più carica, a livello di testa sta meglio. Ma conosco troppo bene Maldini: quando i risultati sono in calo sa bene come intervenire. Anche perché il Milan sta perdendo qualche colpo sul piano dei risultati, meno su quello delle prestazioni. Certo rispetto a prima rischia di più e fa più fatica a concretizzare".

I dolori del giovane Vlahovic: il peggio è passato?

"Lui di problemi non ne ha, il suo problema è quando il centrocampo non gira. Palle sporche e spalle alla porta: in queste condizioni qualsiasi attaccante andrebbe in difficoltà. Lui vede la porta, si sa smarcare, ha fisicità e grande determinazione: con Di Maria e Chiesa si divertirà molto...".

Identità e mentalità, due anelli deboli della catena bianconera. Mentre il Milan...

"La Juve è mentalmente da ricostruire. Il lavoro principale va indirizzato in questa direzione, il resto arriverà di conseguenza. Non è possibile che tutti i giocatori comprati di recente siano tutti scarsi. C'è un certo tipo di mentalità da ricostruire, delle sicurezze da dare ai giocatori: bisogna prima catturare l'uomo, e poi il giocatore. C'è da fare un lavoro certosino. Del Milan mi piace molto lo spirito che mette in campo: ha coraggio, coraggio anche nel cambiare di gara in gara, in base alle caratteristiche di chi manda in campo e degli avversari. È imprevedibile, chi gioca gioca, lo spirito non cambia e il Milan non si ferma. L'unico problema in cui può incappare è quel che succede dopo la vittoria, ossia qualche calo di tensione, figlio del successo della passata stagione. Ma, ripeto, Maldini sa come affrontare questi momenti, supportando al meglio Pioli".

Allegri invece era finito sul banco degli imputati.

"Come sempre capita in questi casi, anche se non è la soluzione più efficace, come i recenti cambi in panchina hanno dimostrato. Anzi, bisognerebbe dare continuità e ricostruire la Juve del passato per proiettarla nel futuro con la giusta mentalità. Prendere giocatori di nome non basta. Bisogna costruire partendo da giocatori giovani, alla Vlahovic, col futuro davanti. Poi l'ideale è inserirli in un tessuto che funziona, non possono essere loro a dare sicurezza alla squadra. Un giovane che mi ha stupito e mi piace molto è Miretti: raramente ho visto un ragazzo della sua età giocare con quella personalità, neanche Pirlo. Fisicamente non è molto prestante ma è veloce di testa e pronto nel vedere le soluzioni, non ha bisogno di portar palla. Lo vedo più avanti di Fagioli".

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