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(articolo tratto da "L'Adige" a firma di Matteo Lunelli) - "I sogni, a volte, diventano realtà. Certo, ci vuole un po' di fortuna, magari anche l'aiuto degli organizzatori di un ritiro sportivo, dell'ufficio stampa, di una squadra nerazzurra e, perché no, quello di un quotidiano. Però, certe volte, accadono delle cose che un ragazzino di 14 anni di solito sogna ad occhi aperti prima di addormentarsi. Così è stato per Abdoul, il ragazzo di Gardolo, nato nel Burkina Faso, che ieri a Pinzolo ha potuto abbracciare, stringere la mano e ricevere un regalo splendido nientemeno che da Samuel Eto'o, il campione interista idolo e orgoglio di tutto un continente. Un Campione vero, con la "c maiuscola", è bene sottolinearlo. Ma procediamo con ordine. Sulle colonne delle pagine sportive di questo giornale , giovedì scorso, abbiamo raccontato la storia di Abdoul, tifosissimo di Eto'o. Poi, siccome tentar non nuoce, ci abbiamo provato: abbiamo contattato gli organizzatori provando a rendere realtà il sogno di Abdoul. «Avete letto l'intervista al ragazzo? Credete sia possibile riuscire a renderlo felice e fargli incontrare il suo idolo?». E alla fine, grazie appunto alla disponibilità dell'Inter e del giocatore, Abdoul ha potuto conoscere Samuel e vivere una di quelle giornate che ricorderà per tutta la vita. Una giornata iniziata con il viaggio in macchina alla volta di Pinzolo. "Mi sono preparato un sacco di domande da fare a Eto'o", ci ha confidato. Poi l'arrivo al Pineta, l'allenamento visto tutto in piedi, con la macchina fotografica in mano, il più vicino possibile al campo. E infine una voce: "Vieni Abdoul, Samu ti aspetta".A quel punto, un sorriso grandissimo è comparso sul volto del ragazzo. Un sorriso che non sarebbe più scomparso. Eto'o, in accappatoio, esce dallo spogliatoio e vede il ragazzo, appostato con macchina fotografica e quaderno per l'autografo. In francese, gli dice: "Aspettami un attimo, arrivo da te". Cinque minuti di attesa e poi eccolo arrivare. Prima un abbraccio, prolungato, e qualche parola in francese. Abdoul, in un secondo solo, ha dimenticato tutte le domande preparate la scorsa notte. Un autografo: "Ad Abdoul, con simpatia, Samuel Eto'o". Poi raccontiamo al campione la storia dell'attaccante dei Giovanissimi del Gardolo: gli diciamo che gioca ogni partita con una maglietta nerazzurra numero 9 sotto a quella ufficiale, gli raccontiamo del suo viaggio, due anni fa, dall'Africa a Trento e gli diciamo che a scuola è stato promosso. Allora Eto'o lo guarda, sorride e scappa negli spogliatoi. Torna un minuto dopo, con un paio di scarpe in mano. Bianche e rosse, con la bandiera del Camerun, il numero 9 e la scritta "Eto'o". Abdoul capisce e il sorriso, se possibile, diventa ancora più grande. Il campione nerazzurro, nel consegnarle, strizza l'occhio e dice: "Le ho usate nel derby contro il Milan. Io ho perso quella volta, ma a te porteranno fortuna". Abdoul è come paralizzato. E allora è ancora Eto'o a prendere la parola. "E ricordati: l'importante non è che tu faccia tanti gol, ma che ti comporti bene". Un altro abbraccio, con il campione nerazzurro che stringe a sé il piccolo tifoso del Burkina Faso. Lo guarda fisso negli occhi, sorridendo. "Comportati bene", gli dice ancora. "E buona fortuna". Abdoul lo saluta e gli sorride. Poi guarda le sue scarpette nuove e l'autografo. Il suo sogno è diventato realtà. Una giornata che ricorderà per sempre, grazie ad un campione. Anzi, ad un Campione, con la "c" maiuscola.
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