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Guarin: “Anche 70 birre in una notte, mi gettai sulla rete dal 17esimo piano. Già all’Inter…”

Gianni Pampinella Redattore 
In un'intervista con Los Informantes di Caracol Televisión, l'ex giocatore nerazzurro racconta di aver toccato il fondo

Fredy Guarín è stato uno dei giocatori colombiani più importanti e vincenti degli ultimi 15 anni. Ma durante la sua carriera, il colombiano ha dovuto lottare contro l'alcolismo. Come racconta Guarin in un'intervista con Los Informantes di Caracol Televisión, tutto è iniziato quando giocava nell'Inter.

“Ho iniziato a farmi un nome in Italia, e lì è cominciato un po’ tutto anche fuori dal campo (…) Lo gestivo molto bene: mi ubriacavo due giorni prima della partita, poi arrivavo in campo e le cose andavano. Vincevamo, segnavo uno o due gol. Lavoravo più di quando non bevevo, forse per il senso di colpa. Bevevo a casa, in discoteca, al ristorante. Cercavo compagnia. L’ambiente: champagne ovunque, le migliori modelle. Avevo la mia famiglia, ed era lì che le cose si complicavano. Sapevo che stavo sbagliando, sia nel lavoro sia nelle responsabilità familiari”, ha raccontato Guarín tra le lacrime.

"Ho perso l’obiettivo di avere una famiglia, ho perso l’obiettivo nel calcio. Sentivo che non c’era un limite. Ero completamente immerso nell’alcol. Il mio agente e io ci siamo detti: ‘Bisogna andare via da qui, non si può più restare a Milano’”, ha aggiunto l’ex centrocampista, che non beve da più di sei mesi. "Sono andato in Cina, mi pagavano in euro e lì sono completamente degenerato nell’alcolismo. Mi alzavo, andavo ad allenarmi e dopo l'allenamento, alcol. Ho portato amici dall’Italia, amici dalla Colombia, in Cina. Ho portato 16 persone una volta. Non avevo idea dei soldi, guadagnavo un sacco di soldi".


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